Cittadini britannici inferociti, gite scolastiche saltate e centinaia di pullman e automobili in attesa, in coda, anche per 15 ore. A Dover, cittadina di imbarco per il tunnel della Manica, è stato un lungo e complicato weekend a causa delle migliaia di automobilisti e viaggiatori provenienti dal Regno Unito che avrebbero voluto passare qualche giorno in Francia, sfruttando anche le vacanze pasquali. Già da venerdì, si è verificato quanto accaduto anche nei mesi precedenti e più volte denunciato alle autorità: code lunghe fino a dieci chilometri, autostrade intasate e accesso agli imbarchi rallentato dalla mancanza di staff. C’è chi parla di Brexit, ma la ministra dell’Interno Suella Braverman smentisce.

15 ore d’attesa a Dover: colpa del maltempo e dello staff
Già da venerdì, centinaia di auto, pullman e camion si sono incolonnati a Dover, in attesa di imbarcarsi verso Calais, attraverso il tunnel della Manica. Ma qualcosa è andato storto. Le condizioni atmosferiche e, soprattutto, la lentezza dei controlli hanno messo allungato, e non di poco, l’attesa. La mancanza di personale ha fatto dilatare i tempi così tanto che le code sono arrivate anche a essere di circa dieci chilometri lungo l’autostrada del Kent, con 15 ore d’attesa e molte gite scolastiche cancellate. La vicenda si è riproposta a distanza di mesi e in tanti puntano il dito contro la Brexit, poiché chi non ha cittadinanza europea è soggetto a controlli maggiori e i tempi si allungano ancora di più.

Braverman: «Non c’entra l’uscita dall’Ue»
Ma la ministra dell’Interno Suella Braverman non ci sta e punta il dito contro chi attacca il governo britannico sulla Brexit. Per lei «questi problemi non hanno nulla a che fare con l’uscita dall’Ue». Il gruppo dei conservatori, però, si spacca. L’ex ministro Sir Robert Buckland attacca e spiega che «i problemi degli ultimi giorni a Dover hanno diverse cause, ma sicuramente la Brexit ha complicato l’attraversamento della frontiera con la Francia». E anche Tobias Ellwood, tory e presidente della commissione Difesa Brexit a Westminster twitta: «Certo che c’entra la Brexit. In precedenza, con la libertà di movimento in Europa, tutto questo non accadeva. E da novembre le autorità francesi dovranno prendere anche le impronte digitali ai cittadini non europei diretti in Francia».
Of course it’s connected to BREXIT👇
Our current BREXIT model resulted in an end to travel freedoms.
But as they weren’t replaced with new ones – processing takes longer – hence the delays.
To compound matters -in Nov finger print scans begin.
Hence we need a BREXIT upgrade! pic.twitter.com/22buTMRAcX
— Tobias Ellwood MP (@Tobias_Ellwood) April 2, 2023