Paita di montagna

Marco Zini
03/11/2021

Telefoni bollenti a Palazzo Chigi. Pd e Italia viva vogliono far passare l'emendamento della deputata renziana sulla proroga della concessione per l'autostrada Modena-Brennero. Che Bruxelles di sicuro boccerebbe.

Paita di montagna

Come mai il telefono di Roberto Garofoli in questi ultimi giorni è stato incandescente? E perché sono arrivati messaggi, diretti e indiretti, da Stefano Bonaccini, da Graziano Delrio e da tutti i politici trentini? In ballo c’era un emendamento al Dl infrastrutture presentato da diversi parlamentari, su iniziativa di Raffaella Paita (Italia viva), e dal Pd, già passato in prima votazione con la fiducia alla Camera. E che entro il 10 novembre dovrà avere anche l’okay del Senato, sempre tramite voto di fiducia. Un dettaglio parlamentare che probabilmente è sfuggito a Mario Draghi, distolta com’è la sua attenzione tra G20 e Cop26, perché appena se ne dovesse accorgere è sicuro che la cosa lo manderebbe in bestia.

Un disegno di legge ad hoc per la Modena-Brennero

Al sottosegretario alla presidenza del Consiglio è stato chiesto di sostenere che l’autostrada A22 del Brennero, la cui concessione è scaduta nel 2014 e fin qui è stata prorogata, possa continuare a vivere in regime di prorogatio. Infatti, se l’emendamento verrà definitivamente approvato, la ricchissima Modena-Brennnero – controllata dagli enti locali emiliani e trentini (di qui le telefonate di cui sopra) – potrebbe evitare la gara d’appalto che l’Europa chiede da tempo. Come? Con due inghippi: una società in house totalmente pubblica e l’istituzione di un partenariato pubblico-privato. Esattamente quanto un po’ di tempo fa aveva evocato come pericolo incombente il senatore (allora berlusconiano, oggi con Fratelli d’Italia) Lucio Malan, inascoltato. Peccato che il profetico Malan avesse anche predetto che se si fosse fatta quella “porcata”, l’Europa avrebbe calato la sua mannaia, aprendo una procedura di infrazione.

politici in pressing sulla proroga dell'autostrada a 22
Roberto Garofoli (Getty Images).

Bruxelles contraria alla proroga senza gara

E qui sta il pericolo per il governo, perché l’Europa dopo quattro anni di trattative ha ribadito più volte il proprio no a una proroga senza gara, almeno fino a che dentro alla concessionaria rimangono i privati. E Draghi tutto vuole, meno che avere contenziosi con Bruxelles. Tanto più che ora il Tesoro dovrà chiedere alla Ue concessioni per sistemare la patata bollente del Montepaschi dopo la rottura con Unicredit. Draghi lascerà fare fino in fondo a Garofoli, che con la consulenza del capo di gabinetto del ministero delle Infrastrutture, Alberto Stancanelli, ha partorito l’emendamento? O chiederà a Francesco Giavazzi di intervenire, visto che tra le tante cose di cui si occupa il professore bocconiano ci sono anche le concessioni autostradali? Certo che far passare una cosa del genere proprio mentre il duo Draghi-Giavazzi lavora – con grande difficoltà – al ddl Concorrenza, si preannuncia assai arduo.