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Brasile, supporter di Bolsonaro assaltano i palazzi del potere a Brasilia

Assaltati i palazzi del potere a Brasilia. Lula firma il decreto per l’intervento delle forze federali. Centinaia gli arresti. Dalla Florida Bolsonaro respinge le accuse: «Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione». Da Charles Michel a Giorgia Meloni le condanne internazionali.

8 Gennaio 2023 22:109 Gennaio 2023 08:48 Redazione
Brasile, supporter di Bolsonaro assaltano i palazzi del potere a Brasilia

Caos in Brasile. Il Palazzo del parlamento, quello del Presidente (Planalto) e la Corte suprema a Brasilia sono stati assaltati nel tardo pomeriggio dell’8 gennaio da migliaia di supporter dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Scene di guerriglia che ricordano l’assalto al Congresso Usa del 6 gennaio 2021. I bolsonaristi, con indosso la maglia del Brasile e avvolti in bandiere verde-oro, sono riusciti a occupare il tetto dell’edificio del parlamento. Le forze dell’ordine hanno cercato di disperderli utilizzando gas lacrimogeni e urticanti. Dagli elicotteri la polizia ha sparato proiettili di gomma. Secondo O Globo i supporter di Bolsonaro hanno vandalizzato il palazzo. I video postati in rete mostrano persone che spaccano i seggi dell’aula e rompono vetri delle finestre.

#Brasile the #GolpeDeEstado will be televised pic.twitter.com/nUQjGnOWE6

— Federico Nastasi (@f_nastasi) January 8, 2023

Il presidente Lula decide l’intervento delle forze federali

Bolsonaro, sconfitto da Lula nel ballottaggio del 30 ottobre, ha lasciato il Paese alla fine dell’anno per raggiungere Mar-a-Lago, Florida. Da settimane i suoi supporter stanno organizzando sit in contro l’esito elettorale. Il ministro della Difesa, José Múcio Monteiro, quello della Giustizia, Flavio Dino, e il capo dell’Ufficio per la sicurezza istituzionale (GSI), generale Gonçalves Dias stanno seguendo gli attacchi. Dura la reazione del presidente del Senato brasiliano Rodrigo Pacheco che ha condannato gli «atti di terrorismo» di coloro che definisce golpisti. «Il Congresso non ha mai negato voce a chi vuole manifestare pacificamente. Ma non darà mai spazio a disordini, distruzioni e atti di vandalismo», ha dichiarato su Twitter Arthur Lira, presidente della Camera bassa del Congresso. «I responsabili di promuovere e favorire questo attacco alla democrazia brasiliana e ai suoi principali simboli devono essere identificati e puniti a norma di legge». Il presidente Ignazio Lula da Silva, che al momento si trova ad Araraquara, nello Stato di San Paolo, dove si era recato per visitare le zone colpite da una alluvione, ha firmato un decreto per l’intervento delle forze federali. «Tutti i vandali saranno individuati e puniti», ha ribadito.

Brasile, supporter di Bolsonaro assaltano i palazzi del potere a Brasilia

Brasile, supporter di Bolsonaro assaltano i palazzi del potere a Brasilia
Il decreto firmato da Lula.

Le accuse di Lula alla polizia militare 

Il presidente brasiliano ha puntato il dito contro la polizia militare del distretto di Brasilia che non sono state in grado di fermare l’assalto. «La polizia è incompetente o in malafede». Intanto è stato chiesto l’arresto per l’ex responsabile della sicurezza di Bolsonaro Anderson Torres che però negli Stati Uniti, vicino all’ex presidente. Sui media intanto spuntano foto e video di poliziotti intenti a chiacchierare e farsi selfie con i ‘golpisti’. Lula ha poi garantito che verrà fatta chiarezza su chi ha finanziato l’assalto, evidentemente organizzato nei minimi dettagli.

Por @rodrigues_la: Após criminosos tomarem as sedes dos três poderes, em Brasília, o governador do Distrito Federal, Ibaneis Rocha (MDB), exonerou o ex-ministro da Justiça e Segurança Pública, Anderson Torres, que ocupava a secretaria de Segurança Pública do DF #CNNBrasil360 pic.twitter.com/nNELMmNsAn

— CNN Brasil (@CNNBrasil) January 8, 2023

 

Dopo ore di scontri, le forze dell’ordina hanno ripreso il controllo dei tre palazzi del potere. Discordanti i numeri degli arresti. Secondo i media brasiliani ci sarebbero almeno 150 fermi, 200 per il ministro della Giustizia e il doppio secondo il governatore di Brasilia Ibaneis Rocha. Proprio per quest’ultimo la Corte suprema federale ha deciso la rimozione. Rocha dal canto suo si è scusato con Lula: «Monitoravo i movimenti, ma sono rimasto sorpreso».

La condanna della comunità internazionale

Intanto arrivano le condanne della comunità internazionale. A partire dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel. «Condanna assoluta dell’assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al Presidente Lula Da Silva, democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere», ha scritto in un tweet. Mentre Alberto Fernandez, presidente dell’Argentina, parla senza mezzi termini di «tentato colpo di Stato».

My absolute condemnation of the assault on the democratic institutions of Brazil.

Full support for President @LulaOficial Da Silva, democratically elected by millions of Brazilians through fair and free elections.

— Charles Michel (@CharlesMichel) January 8, 2023

Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nel 2018 si era congratulata con Bolsonaro per la vittoria, ha condannato le violenze di Brasilia: «Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti», ha twittato. «Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane».

Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane.

— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 8, 2023

Bolsonaro respinge le accuse «senza prove, attribuitemi dall’attuale capo dell’esecutivo del Brasile»

Ore dopo è intervenuto dalla Florida anche Bolsonaro. «Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali», ha dichiarato su Twitter l’ex presidente brasiliano.

– Manifestações pacíficas, na forma da lei, fazem parte da democracia. Contudo, depredações e invasões de prédios públicos como ocorridos no dia de hoje, assim como os praticados pela esquerda em 2013 e 2017, fogem à regra.

— Jair M. Bolsonaro 2️⃣2️⃣ (@jairbolsonaro) January 9, 2023

Bolsonaro ha quindi respinto le accuse «senza prove, attribuitemi dall’attuale capo dell’esecutivo del Brasile». «Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione», ha aggiunto, «rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà».

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