Partygate, i parlamentari Tory votano per confermare o meno la fiducia a Boris Johnson

Redazione
06/06/2022

In caso più della metà dei rappresentanti conservatori alla Camera dei Comuni lo sfiduciasse come leader, BoJo dovrebbe dimettersi anche dalla carica di primo ministro.

Partygate, i parlamentari Tory votano per confermare o meno la fiducia a Boris Johnson

Voto di fiducia in casa Tory su Boris Johnson. Lunedì sera, tra le 19 e le 21 ora italiana, i parlamentari britannici del Partito conservatore si esprimeranno sul primo ministro finito nel mirino per il Partygate, cioè le feste organizzate a Downing Street tra maggio 2020 e aprile 2021 in violazione delle misure anti Covid. Il voto segreto, chiesto da 54 parlamentari conservatori, riguarda la sua carica di leader di partito, ma in caso di sfiducia di oltre la metà dei rappresentanti Tory (180 dei 359 eletti alla Camera dei comuni) Johnson sarà costretto a dimettersi dal ruolo di primo ministro. In caso contrario il suo operato non potrà essere messo in discussione dal partito per almeno un anno. Intanto Downing Street da parte sua ha fatto sapere che BoJo attende questa svolta per mettere definitivamente un punto sullo scandalo. Il primo ministro può contare sul sostegno di 160-170 parlamentari, per ottenere la fiducia gliene bastano solo poche decine.

Il rapporto sulle feste incriminate a Downing Street

Le feste incriminate, su cui a fine maggio è stato pubblicato un report compilato dalla funzionaria del governo Sue Gray, furono organizzate violando le norme anti-pandemia fissate dallo stesso esecutivo. Si parla di 16 party organizzati da funzionari di governo a Downing Street, molti dei quali mentre nel Regno Unito erano vietati gli incontri al chiuso con più di due persone. L’indagine della polizia londinese si è conclusa con alcune persone multate tra cui il primo ministro Johnson. Nel rapporto si parla di «grave fallimento di leadership e di giudizio» da parte dei funzionari del governo, accusati anche di «consumo eccessivo di alcol» e di comportamenti «inappropriati» sul luogo di lavoro. Johnson dopo la pubblicazione del rapporto parlando alla Camera dei Comuni si è assunto «la piena responsabilità» dei fatti aggiungendo però in conferenza stampa che non ha nessuna intenzione di dimettersi.