Boris Johnson, il discorso di addio: «Fiero di ciò che ho fatto»
Dopo aver vantato i successi ottenuti al governo, l'ex premier britannico si è paragonato al politico romano Cincinnato (che, dopo il consolato, venne richiamato al potere come dittatore).
Boris Johnson ha pronunciato il suo discorso di addio davanti al Numero 10 di Downing Street, sua residenza negli ultimi anni, prima di volare verso Balmoral dove rassegnerà formalmente le dimissioni alla Regina.
Il discorso di addio di Boris Johnson
Abito grigio e cravatta celeste, l’ormai ex premier britannico ha inizialmente elencato quelli che ritiene i successi ottenuti durante gli anni di governo: il programma di vaccinazione anti Covid «più veloce d’Europa», la realizzazione della Brexit, il trionfo elettorale del 2019, il sostegno all’Ucraina, l’opposizione a Vladimir Putin «che si illude di poter ricattare i britannici» e i benefici apportati all’economia. «Ma questa è una corsa a staffetta, ora tocca a Liz Truss che ha tutto il mio sostegno e quindi passerò il testimone, anche perché qualcuno ha cambiato le regole in corsa», ha continuato lanciando una frecciatina al partito che lo ha spodestato.
Dopo aver criticato i deputati che lo hanno praticamente sfiduciato il 7 luglio scorso, ha infatti reiterato le sue accuse non nascondendo il rancore che anima il suo ritiro forzato da Downing Street. «Ma ora è andata così e non possiamo farci più niente», ha proseguito per poi menzionare altri risultati (a suo dire) raggiunti come la sicurezza nelle strade, l’impegno in nuove centrali di energia nucleare e la costruzione di decine di nuovi ospedali. Il focus si è poi spostato sulla stretta attualità e sulle difficoltà che il Regno Unito dovrà affrontare a causa dell’inflazione e della spirale dei prezzi
Il paragone con Cincinnato
«Io sono come un booster rocket, ho terminato la mia missione e ora posso tornare delicatamente nell’atmosfera per inabissarmi in qualche remoto angolo del Pacifico», ha concluso tra le risate dei presenti. Anche se non sembra questo il futuro che, in cuor suo, si augura. Subito dopo ha infatti citato il politico romano Lucio Quinzio Cincinnato («come lui, ora posso tornare al mio aratro») che, dopo il ritiro seguito al consolato, venne richiamato al potere come dittatore.