Da Saluzzo a Miglierina, i borghi che lottano contro lo spopolamento

Stefania Romani
13/03/2022

Lottano contro lo spopolamento, rivalutando bellezze artistiche, naturali e monumenti. Da Saluzzo a Miglierina, cinque piccoli centri che provano a inserirsi nei circuiti turistici tradizionali, stuzzicando la fantasia dei visitatori.

Da Saluzzo a Miglierina, i borghi che lottano contro lo spopolamento

Piccole comunità, che negli ultimi anni hanno valorizzato le proprie radici, con restauri e attività, contrastando i problemi legati allo spopolamento purtroppo incessante e progressivo. Centri con un ricco patrimonio artistico e monumentale, che provano a stuzzicare la curiosità dei turisti, proponendosi come alternative ai circuiti più gettonati. Ne è venuta fuori una rete chiamata Borghi autentici d’Italia, di cui fanno parte oltre 200 località, spesso unite da progetti e iniziative comuni. Fra queste, una selezione di cinque che da Nord a Sud della penisola meritano una visita.

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Cinque borghi che hanno adottato iniziative per contrastare lo spopolamento

1- Ravascletto, tra le dimore in pietra e legno

Fra le vette della Carnia, circondato dalle valli dei torrenti But e Degano, si adagia Ravascletto, centro udinese che prende il nome dal piccolo rovo caratteristico del territorio. Sotto i boschi di faggi e abeti che si alternano a praterie, l’abitato di origine duecentesca, poi passato sotto il dominio napoleonico, vanta alcune tipiche dimore carniche in pietra e legno. Casa da Colauda, del XVI secolo, e le settecentesche Casa Baldisar, Casa in Luc e Casa de Stalis. Si tratta di Strutture slanciate, con piccole finestre, che al piano terra accolgono un’ampia cucina nella quale troneggia il focolare circondato da utensili di rame, mentre ai piani superiori hanno le stanze da letto. E da Ravascletto, diventato albergo diffuso, una funivia raggiunge a quota 1700 metri il Monte Zoncolan, polo sciistico fra i più attrezzati della regione.

 

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2- Saluzzo, dal duomo al museo di Silvio Pellico

Con le vallale del Monviso sullo sfondo, Saluzzo si apre a ventaglio sulle colline cuneesi, mantenendo l’impronta urbanistica del XV secolo, quando era la capitale di un piccolo ma potente Marchesato. Viuzze, scalinate, abitazioni nobiliari, balconate all’ombra della Castiglia fortificata duecentesca fanno del paese un gioiello antico, anche per l’accostamento di mattoni rossi e pietra alpina che vira dal grigio ai toni dell’azzurro. Oltre al duomo tardogotico, vanno visti il monastero domenicano di San Giovanni, Casa Cavassa, palazzo signorile del Rinascimento, la torre civica e il museo di Silvio Pellico. Una chicca? La montagna ritratta dal logo della Paramount, secondo alcuni, sarebbe il Monviso inquadrato proprio da Saluzzo.

Cinque piccoli borghi da Nord a Sud che si oppongono allo spopolamento con iniziative culturali e restauri
Uno scorcio di Saluzzo

3- Berceto, una perla lungo la via Francigena

Centro nevralgico lungo la via Francigena, che portava a Roma mercanti e pellegrini provenienti da Nord. Berceto, nel parmense, nasce attorno al monastero voluto dal re longobardo Liutprando, lungo il tracciato che conduceva al passo della Cisa. Per tutto il Medioevo ha giocato un ruolo di primo piano nello scacchiere politico europeo, ricordato oggi da diverse strutture finite in un programma di restauro. A cominciare dal duomo, nel quale si sovrappongono stili differenti, dai ricordi longobardi alla struttura romanica fino all’intervento rinascimentale. Ma ha il suo perché anche il castello, che con imponenza domina dal 1221 un’area che adesso è un parco archeologico. E in due frazioni, Corchia e Ghiare, meritano una sosta rispettivamente i viottoli con sottopassi ad arco che sbucano in un ostello del XII secolo e il cementificio Marchino, esempio di archeologia industriale del tardo Ottocento.

Cinque piccoli borghi da Nord a Sud che si oppongono allo spopolamento con iniziative culturali e restauri
Berceto

4- Oriolo Romano, a due passi dal lago di Bracciano

Lungo la via consolare Clodia, Oriolo Romano, in provincia di Viterbo, è stato snodo di passaggio in epoca etrusca e romana. Il centro sorge sui declivi dolci dei Monti Sabatini, in un’area ricca di boschi e vicina al lago di Bracciano. Nel Cinquecento, quando passa dalle mani degli Orsini a quelle dei Santacroce, il paese viene progettato come una sorta di cittadina ideale del Rinascimento, con un impianto viario e urbanistico oggi perfettamente conservato. Fulcro dell’abitato è il Palazzo, architettura residenziale con funzioni di difesa, che conta un interno con dipinti, affreschi e arredi di gusto neoclassico, mentre l’esterno colpisce per i torrioni angolari, il fossato e il parco di otto ettari. Valgono una tappa anche la Fontana delle Picche, firmata da Vignola, la Mola del Biscione, antico mulino, e le distese di faggi nelle zone circostanti.

5- Miglierina, panorama mozzafiato sul golfo di Squillace

Sembra uscito da una vecchia foto, il borgo di Miglierina, in Calabria. Il paese, in provincia di Catanzaro, dal letto del fiume Amato si inerpica fino al Monte Portello, a mille metri di quota, infilandosi nella Sella di Marcellinara, stretta fra il Tirreno e lo Ionio, con una vista sul Golfo di Squillace e di Sant’Eufemia. Dai resti degli antichi mulini, che costeggiano il corso d’acqua con sbalzi e pendii, e il ponte della Funtanella, si apre la via dei Mastri Miglierinesi, intitolata ad armieri, stuccatori o esperti nella lavorazione del legno. Questi hanno lasciato una testimonianza importante nella chiesa di Santa Maria del Principio. E più in alto si snoda il quartiere Quadarune, dominato dai resti del Casale, con lecci querce e castagni sullo sfondo.

Cinque piccoli borghi da Nord a Sud che si oppongono allo spopolamento con iniziative culturali e restauri
Chiesa di Santa Maria del Principio a Miglierina