Chi decide di non andare in pensione, pur avendone diritto, può contare sull’incentivo previsto dal bonus Maroni 2023. Si tratta, così come stabilito dalla Legge di Bilancio 2023 all’articolo 1, commi 286-287, di un premio per chi ritarda l’uscita dal lavoro non sfruttando le agevolazioni concesse da Quota 103. Incentivi simili erano già stati adottati in passato, nel 2004 e nel 2007, e in questo caso è previsto per i lavoratori pensionabili un aumento dello stipendio – riconducibile al maggiore sgravio fiscale – che dovrebbe essere pari nel 2023 al 9,19 per cento.
Bonus Maroni: cos’è e come funziona
La misura si sostanzia in una sgravio contributivo che viene concesso ai lavoratori che, pur maturando i requisiti pensionistici per Quota 103, decidono volontariamente di non andare in pensione. Come detto in precedenza, l’esonero ammonterebbe a circa il 9 per cento del totale dei contributi da versare e la corrispondente somma dovuta a titolo di contribuzione a carico del lavoratore non sarà destinata all’ente di previdenza, ma confluirà nello stipendio netto del lavoratore.
Chi rimane impiegato, dunque, avrà uno stipendio più sostanzioso frutto della riduzione dei contributi a carico del lavoratore che il datore di lavoro, usualmente, trattiene in busta paga. Si tratta, più nello specifico, della quota dei contributi a carico del lavoratore dovuti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti (IVS) dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive della medesima
Bonus Maroni 2023: a chi spetta
Ma chi sono i destinatari del bonus Maroni 2023? Si tratta dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che, pur avendo maturato entro il 31 dicembre 2023 i requisiti per la pensione anticipata Quota 103, decidono di rimanere in attività lavorativa. Quest’ultimi, dunque, non ritardano la pensione di vecchiaia, 67 anni e almeno 20 anni di contributi, ma solo quella che avrebbero potuto avere con l’agevolazione concessa da Quota 103.
Questa è una forma di flessibilità prevista dalla Legge di Bilancio 2023, con le domande di adesione che sono presentabili dal 15 marzo 2023, grazie alla quale potranno andare in pensione coloro che, entro il 31 dicembre 2023, abbiano compiuto 62 anni di età e versato almeno 41 anni di contributi. Secondo le stime, la misura potrebbe interessare circa 6.500 soggetti nel 2023.