Ci sono delle importanti novità per quanto riguarda il bonus carburanti 2023. Un emendamento inserito dalla Camera durante l’iter di conversione in legge del decreto carburanti, infatti, ha fatto saltare la prevista esenzione contributiva. Questo vuol dire che la misura diventa più onerosa sia per le imprese – che erogano i buoni – che per i lavoratori.

Bonus carburanti, salta l’esenzione
Nel testo dell’emendamento della Camera si legge che il bonus carburanti prevede «l’esclusione dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore e non rileva ai fini contributivi». È dunque completamente detassato, ma per quanto riguarda i contributi previdenziali il datore di lavoro e il lavoratore dovranno applicare sulle cifre ricevute le relative trattenute.
Queste si aggirano intorno al 30 per cento per le imprese, con il valore che può variare a seconda della categoria, e del 9 per cento per i lavoratori. «La norma transitoria in oggetto nel testo modificato in sede referente – si legge ancora nell’emendamento – concerne esplicitamente il solo reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi; quest’esplicitazione introdotta in sede referente è conforme all’interpretazione già seguita dalla relazione tecnica allegata al disegno di legge di conversione del presente decreto4, relazione che non contempla effetti in termini di minori entrate contributive».
Ecco dunque che i buoni carburanti incideranno nel 2023 sull’imponibile previdenziale, mantenendo tuttavia il loro impatto zero in termini di imposte.

Cosa prevede il bonus
L’unica buona notizia in termini di bonus carburanti é che la misura è stata confermata per tutto il 2023. Questo vuol dire che i datori di lavoro del settore privato avranno la possibilità di erogare ai propri dipendenti, anche ad personam, dei buoni benzina dal valore di massimo 200 euro. Nel 2022, anno di introduzione dello strumento, le cifre erogate sotto forma di bonus spendibili per l’acquisto di carburante non erano soggetti né a imposte né a contributi previdenziali.