Alcune categorie di lavoratori, tra cui gli insegnanti, dovranno restituire il bonus 200 euro previsto dal governo di Mario Draghi per dipendenti pubblici e privati con redditi annui fino a 35 mila euro. Il motivo è che le categorie interessate, a dicembre 2022, hanno ricevuto in busta paga gli arretrati previsti dal contratto già scaduto e, in questo modo, hanno superato il reddito annuo previsto per il bonus 200 euro.

Bonus 200 euro, molti insegnanti dovranno restituirlo
In base a stime effettuate da Flc Cgil, sono circa 100.000 i lavoratori scolastici che percepivano un reddito annuo intorno ai 33-34.000 euro e che ora, a causa degli arretrati, dovranno restituire il bonus 200 euro. Si tratta, purtroppo, di una dinamica non troppo infrequente nel sistema italiano. Un situazione simile si è verificata anche per i dipendenti pubblici che devono restituire il bonus Renzi ricevuto come aggiunta in busta paga a gennaio e febbraio 2022, mentre il limite di reddito è passato da 28.00 a 15.000 euro soltanto a marzo. Ecco dunque che chi ha redditi compresi tra 15.000 euro e 28.000 euro dovrà dare indietro le cifre ricevute. Tutti i sindacati si sono fortemente schierati contro questa modalità operativa, soprattutto considerando che si tratta di lavoratori dipendenti i cui dati sono facilmente riscontrabili nelle buste paga.

Come avviene la restituzione
I lavoratori che hanno superato la soglia del reddito annuo dii 35mila euro prevista dal decreto Aiuti dovranno dunque provvedere a restituire le somme ricevute. Così come era avvenuto anche per altri dipendenti pubblici che hanno superato lo scaglione, la restituzione è prevista a rate. Più nello specifico, è stata prevista la rateizzazione in 8 mensilità, ognuna dal valore di 25 euro. Il recupero del bonus 200 euro partirà immediatamente, già con lo stipendio di febbraio 2023. Al suo interno risulterà la trattenuta di un importo di 25 euro netti e le rate proseguiranno fino allo stipendio di settembre 2023.