Camilla vive a Bologna, è una ragazza ipovedente e non riesce a trovare una casa in affitto a causa del suo cane guida. Tanti proprietari, racconta, non sono disposti ad avere animali in casa.
La denuncia della ragazza ipovedente a Bologna
Originaria di Latina, la ragazza ha 31 anni e da diverso tempo vive nel capoluogo emiliano-romagnolo. Laureata al Dams, lavora come operatrice della comunicazione e ora si trova costretta ad abbandonare la casa in cui si trova in affitto perché i proprietari non accettano che con lei ci sia anche un cane, indispensabile per lei. Al momento della firma del rinnovo, la ragazza si è fatta accompagnare dal suo cane guida, ma i locatari non hanno gradito. Le hanno infatti specificato di non volere animali in casa, obbligandola a cercare un altro appartamento.
«Sono in un appartamento in condivisione, come facevo a non dirlo? Un cane non è mica un giocattolo, mi serve per vivere, faccio ad aprile l’esame con la Scuola Triveneta dei cani guida. Mi sono sentita discriminata e anche un po’ tradita da Bologna, una città che mi ha adottata e coccolata, la città di Dalla, di Guccini, di Radio Alice», ha raccontato.
Queste persone, però, non sono le uniche ad averle detto di no: «Leggo di tutto ora a Bologna, ci sono clausole di ogni tipo per la case in affitto, dieci anni fa era un’altra città, si pagava la metà. Ora è assurdo che non possa trovare uno spazio per me e per la mia cagnolina. Forse mi trasferirò a Padova, dove vorrei provare un percorso da assistente sociale, per lavorare con le Ong. Vedremo. Per ora, ripeto, da Bologna mi sono sentita tradita».
Il problema di Camilla riguarda anche altri
Il caso di Camilla non è purtroppo isolato. In tutte le città più importanti del Paese è sempre maggiore il numero di locatari che lamentano proibizioni e divieti assurdi e la presenza di cani non è l’unico problema. C’è chi nega un affitto alle coppie con figli (l’ultima denuncia arriva da Torino, dove un locatore aveva annullato il contratto stipulato con due ragazzi perché in procinto di avere un bambino), oppure alle famiglie con persone affette da disabilità, a quelle del Sud che si trasferiscono al Nord, o agli stranieri.