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Bolgheri, tentata estorsione ad azienda vinicola: un arresto

Il tentativo di estorsione è stato fermato in anticipo dagli agenti che sono intervenuti prontamente

7 Dicembre 2022 17:15 Claudio Vittozzi
A Livorno un uomo ha tentato un'estorsione all'azienda vinicola Bolgheri ma è stato fermato dalle autorità e arrestato.

Arrestato un uomo di 47 anni di Trieste, perché in una serie di email criptate chiedeva il pagamento di 150mila euro in bitcoin minacciando di bruciare i vigneti di Bolgheri se non riceveva il pagamento. Dopo le indagini, il malintenzionato è stato rintracciato e fermato dalle autorità.

A Livorno un uomo ha tentato un'estorsione all'azienda vinicola Bolgheri ma è stato fermato dalle autorità e arrestato.
Uva nei vigneti (Pixabay)

Cosa è successo a Bolgheri 

Un 47enne di Trieste è stato arrestato con l’accusa di tentata estorsione aggravata ai danni di un’importante azienda vinicola della provincia di Livorno. La vicenda è accaduta nel mese di marzo, quando i superiori dell’azienda hanno ricevuto email criptate dove si chiedeva di pagare 150mila euro in bitcoin per non far bruciare i vigneti di Bolgheri, notissima frazione di Castagneto Carducci.

Per rendere più reale e veritiera la minaccia, il truffatore aveva anche specificato che si sarebbe servito di numerose esche incendiarie che avrebbero reso complesse le operazioni di contenimento e spegnimento dell’eventuale incendio.

A Livorno un uomo ha tentato un'estorsione all'azienda vinicola Bolgheri ma è stato fermato dalle autorità e arrestato.
Uomo in manette (Pixabay)

Le indagini della polizia

I superiori dell’azienda vitivinicola non hanno ceduto alla paura e al ricatto, ma hanno chiesto supporto ai carabinieri per risolvere la faccenda. Le indagini hanno reso possibile la ricostruzione di tutta l’attività di preparazione e di «attacco» del 47enne, dalle email criptate, alle connessioni anonime tramite vpn, alle ricerche sul web di informazioni sull’azienda e su come pianificare la minaccia in caso di mancato bonifico. Dalle indagini è emerso anche che l’uomo stava allargando le sue minacce, trovando obiettivi all’estero. I militari hanno quindi chiesto uno scambio informativo con Europol e tra procure italiane per confrontare gli elementi investigativi.

In una perquisizione sono stati sequestrati al 47enne smartphone e computer, quindi grazie ai dispositivi sono state tracciate le navigazioni sul web che hanno confermato i riscontri investigativi con cui la procura ha chiesto al gip l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La misura gli è stata notificata nel carcere di Padova dove il truffatore sta scontando una condanna per altra causa.

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