Things Have Changed, ma non Bob Dylan. Il menestrello del rock compie 80 anni, sessanta dei quali trascorsi fra palco e studi di registrazione. Un nome, due parole che altro non sono se non “rotolanti pietre” miliari della storia della cultura, per parafrasare uno dei suoi pezzi più amati. Cultura, non solo musica. Perché Robert Allan Zimmerman è un gigante a tutto tondo.
Dieci Grammy Awards, pura normalità per un maestro delle sei corde. Un Oscar e un Golden Globe, ottenuti nel 2001 per la sua Things Have Changed, contenuta nel film Wonder Boys con Michael Douglas. E ancora, un premio Pulitzer con menzione speciale nel 2008 e il Nobel per la Letteratura vinto cinque anni orsono, nel 2016, «Per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana». In mezzo a un fiume in piena di riconoscimenti anche dieci curiosità che potreste non conoscere.
Message from President Higgins to Bob Dylan, on the occasion of the singer-songwriter’s birthday. pic.twitter.com/2c75EU2a77
— President of Ireland (@PresidentIRL) May 24, 2021
1- Ladro di sigarette
Ai tempi del college, Bob Dylan si rese protagonista di piccoli furti ai danni dei suoi compagni di classe, ai quali rubava soprattutto sigarette. Anche i suoi viaggi sui mezzi pubblici si tinsero di illegalità, dato che il primo approdo a New York avvenne da clandestino su un treno merci.
2- I primi passi nel rock
Il contratto di registrazione del primo album omonimo, uscito nel 1962, costò a Bob Dylan soltanto 402 dollari.
3- L’incidente misterioso
Il 29 luglio 1966, a Bearsville nei pressi di Woodstock, Bob Dylan è alla guida della sua moto Triumph Tiger quando ha un curioso e misterioso incidente. Molte biografie ufficiali hanno glissato sulla notizia, fin quando non è stato lo stesso artista a dichiarare di aver semplicemente perso il controllo della sua due ruote. La vicenda è stata subito preda dei media e dei rumors, che hanno messo in piedi teorie sulla presunta morte del cantante, poi infondate. Da quel momento sparì dai riflettori per diciotto mesi
4- La ballata di protesta
Nel 1975 compose la celebre ballata di protesta Hurricane, a sostegno del pugile Robin “Hurricane” Carter, arrestato per triplice omicidio a Paterson, nel New Jersey. La canzone non venne più suonata dal vivo dal giorno della scarcerazione del boxeur.
5- Andy Warhol e Martin Luther King
Artista trasversale, Bob Dylan ha suonato al Live Aid del 1985 accompagnato da alcuni membri degli Stones. Al fianco di Martin Luther King compare sulla copertina dell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles (in alto a destra). Fu filmato anche da Andy Warhol per I suoi Screen Tests, ma non gradì l’iniziativa e abbandonò la sala con in mano una tela di Elvis Presley.
6- Woodstock? No, grazie
Sebbene abitasse in zona, non suonò al celebre festival di Woodstock del ’69. Il motivo? era stato invitato al festival dell‘Isola di Wight, con i Fab Four in platea, per il quale aveva ottenuto un compenso di 35mila sterline.
7- Una morte eroica
Nel suo libro di memorie del 2004, Chronicles, Bob Dylan scrisse di essersi sempre immaginato di «morire in una battaglia eroica piuttosto che in un letto».
8- Fan del rap
Bob Dylan si è sempre detto entusiasta degli artisti Ice-T, Public Enemy, NWA e Run-DMC: «Erano tutti poeti e sapevano cosa stava succedendo», ha scritto. Alcuni considerano la sua traccia del 1965 Subterranean Homesick Blues come una delle prime canzoni rap moderne.
9- La miglior canzone della storia
Nel 2010, il magazine americano Rolling Stone ha eletto la sua Like a Rolling Stone, presente nell’album Highway 61 Revisited del 1965, come la miglior canzone della storia della musica, davanti a Satisfaction degli Stones e a Imagine di John Lennon.
10- Nobel? Ci va Patty Smith
Nel 2016 Bob Dylan è stato insignito del premio Nobel per la Letteratura, ma non si è presentato alla cerimonia di premiazione. Al suo posto è andata Patty Smith, la sacerdotessa del rock, che si è esibita sulle note di A Hard Rain’s A-Gonna Fall.
Bonus Track
In carriera ha inciso 39 album, più di uno ogni due anni di attività, ha influenzato le star più giovani, il cinema, attori e registi, scrittori e uomini di successo. L’ultimo lavoro risale al 2020, Rough and Rowdy Ways, uscito dopo nove anni di silenzio. Chissà se sarà l’ultimo o se il menestrello ha ancora qualche altra ballata in serbo per l’umanità. Things Have Changed, Bob Dylan c’è sempre.