Bloody Mary per sempre

Camilla Curcio
15/12/2021

Forte e dal gusto piccante, il cocktail spegne le sue prime 100 candeline. Tra misteri irrisolti sulla sua paternità, curiose proprietà benefiche e un ruolo da protagonista nel mondo della cultura pop, le cose da sapere.

Bloody Mary per sempre

Cento anni e non sentirli. Il Bloody Mary, uno dei cocktail più famosi al mondo, festeggia il suo centesimo compleanno con una serie di eventi speciali organizzati dall’Harry’s Bar, il locale di Parigi dove sarebbe (condizionale d’obbligo) stato inventato.

La diatriba sulle origini e sul nome

La paternità del cocktail a base di succo di pomodoro, vodka, limone, qualche goccia di tabasco, un tocco di salsa Worcestershire, sale e pepe, è parecchio discussa. Secondo alcuni, sarebbe stato ideato nel 1939 dall’attore newyorchese George Jessel, che lo battezzò Red Snapper. I più, invece, attribuiscono il merito della versione definitiva (quindi, della formula passata alla storia) al barista francese Fernand Petiot che avrebbe perfezionato la ricetta originaria, un semplice mix di vodka e pomodoro, aggiungendovi le spezie e i condimenti piccanti e offrendolo ai clienti dell’Harry’s Bar. Come confermato da Franz-Arthur MacElhone, bisnipote del proprietario Harry MacElhone. Ma le diatribe non finiscono qui. Anche sul nome, infatti, ci sono due scuole di pensiero. La prima sostiene che, dato il colore del drink, rosso come il sangue, la denominazione Bloody Mary non sia altro che un esplicito riferimento alla regina Maria I Tudor d’Inghilterra, passata alla storia come ‘la sanguinaria’ per aver fatto giustiziare senza pietà tutti i suoi oppositori. La seconda, invece, lo ricollega alla star hollywoodiana Mary Pickford, già musa ispiratrice di un cocktail simile con rum, maraschino e granatina. Ci sono poi leggende meno accreditate ma ugualmente affascinanti, che lo vedrebbero dedicato a una ragazza di nome Mary sepolta viva per errore e che, se evocata, prenderebbe le sembianze di una crudele assassina o di una cameriera con una lunga chioma rosso fuoco.

Dal cinema alla musica, tutti amano il Bloody Mary

Al pari di drink come il Cosmopolitan e il White Russian, il Bloody Mary si è presto trasformato in un vero e proprio simbolo della cultura pop, ritagliandosi uno spazio al cinema, in televisione e nella letteratura. Nel 2001, ad esempio, Wes Anderson lo ha fatto diventare un protagonista inconsapevole di uno dei suoi più grandi capolavori, I Tenenbaum. Lo stesso in Johnny English e Miami Supercops dove il cocktail ha conquistato il centro della scena grazie all’agente Johnny e dell’agente LaRay. Nell’universo delle serie tivù, invece, è l’aperitivo preferito di Louise, la mamma de I Jefferson, che lo beve quotidianamente, ed è lo strumento che Claire Meade utilizza per assicurarsi la complicità silenziosa di Betty Suarez in Ugly Betty dopo averle confessato di aver ucciso l’amante. La particolarità del long drink ha rapito anche il mondo delle lettere, diventando l’ossessione di scrittori come Ernest Hemingway e Francis Scott Fitzgerald e di personaggi inventati come Bridget Jones. Immancabili anche i riferimenti nelle canzoni d’autore. Un esempio su tutte: Un romantico a Milano dei Baustelle, la storia di un uomo che beve «quasi 100 mila amari e Bloody Mary».

Una sfilza di rivisitazioni

Nonostante il procedimento originale rimanga sacro, sono stati diversi i bartender che hanno provato a proporne delle alternative, come il Virgin Mary, l’opzione analcolica, la Chelada messicana, con birra al posto della vodka e il Ruddy Mary, col gin. La più nota e stravagante, tuttavia, rimane il Caesar, nato nel 1969 dalla fantasia di Walter Chell, mixologist del Owl’s Nest Bar di Calgary, in Canada. Il succo di pomodoro si mescolava a una particolare purea di vongole e al resto degli ingredienti base. Da non sottovalutare le reinterpretazioni meno invasive, fatte con l’aggiunta di wasabi, pepe di cayenna, rafano, lime e cetrioli all’aneto, gamberi o pancetta come guarnizioni. Oltre alle ricette mangia e bevi pensate appositamente per i brunch, con spiedini farciti di snack di ogni tipo e tuffati nel bicchiere.

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Il ‘cocktail del giorno dopo’

Al di là del gusto e dell’impatto estetico, il Bloody Mary avrebbe un’inedita proprietà ‘curativa’ che lo ha reso un evergreen amato dai fan dei superalcolici. Grazie al concentrato di vitamine e sali minerali, infatti, sarebbe un rimedio perfetto contro l’hangover, da assumere al mattino, al posto del latte o del caffè, dopo una serata condita da qualche bicchiere di troppo. In più, la sua piccantezza avrebbe anche il potere di risvegliare e irrobustire la mente.