I Criptonazi

Nicolò Delvecchio
07/10/2021

I gruppi di estrema destra hanno deciso di adottare il Bitcoin e le altre valute virtuali per finanziarsi in maniera segreta. Il guru di questo meccanismo è Andrew Anglin, suprematista bianco molto attivo online ma introvabile nella vita reale.

I Criptonazi

Il sito web del Daily Stormer è uno dei punti di riferimento della destra statunitense: sostiene la purezza della razza bianca, pubblica messaggi complottisti e pieni di odio contro afroamericani, ebrei e donne. E, soprattutto, ha contribuito a ispirare almeno tre omicidi a sfondo razziale. Ha anche reso milionario il suo fondatore, Andrew Anglin che ha sfruttato una rete mondiale di sostenitori per incassare almeno 112 Bitcoin da gennaio 2017. E non solo, perché da un po’ di tempo le donazioni nei suoi confronti avvengono in Monero, una criptovaluta che tutela meglio la privacy. Si parla di 4,8 milioni di dollari al tasso di cambio odierno, secondo i dati condivisi con l’Associated Press.

Così l’Alt-Right aggira i controlli di banche ed enti regolatori

Anglin è solo uno degli attori più conosciuti della destra radicale, o Alt-Right, che stanno raccogliendo quantità significative di denaro da tutto il mondo attraverso le criptovalute. Banditi dalle istituzioni finanziarie tradizionali, si sono rifugiati nelle valute digitali per evitare la supervisione di banche, enti regolatori e procure. Anglin per esempio deve più di 18 milioni di dollari in risarcimenti  – cifra stabilita da tribunali americani – a persone che lui e i suoi seguaci hanno preso di mila e minacciato. E se online è sempre molto esposto, sul Daily Stormer soprattutto, nel mondo reale è un fantasma.

Le sue vittime hanno provato inutilmente a scovarlo, setacciando un indirizzo dell’Ohio dopo l’altro. I registri elettorali lo collocano in Russia nel 2016, e il suo passaporto mostra che era in Cambogia nel 2017. Dopodiché, il nulla. Non ha conti bancari a suo nome o proprietà immobiliari negli Stati Uniti. Per ora, la sua fortuna in Bitcoin rimane inattaccabile. Beth Littrell, avvocato del Southern Poverty Law Center che collabora con i legali di una delle vittime di Anglin, spiega come sia diventato sempre più difficile attaccare questi gruppi con i sistemi tradizionali perché operano attraverso reti online e denaro virtuale. «Siamo stati in grado di citare in giudizio il Ku Klux Klan, un’organizzazione terroristica che è in sostanza scomparsa», ha dichiarato ad Ap. Fare lo stesso oggi è però molto più difficile: «La legge si sta evolvendo ma è in ritardo rispetto ai nuovi pericoli».

I legame tra i bitcoin e l’estrema destra

Nell’agosto 2017, una settimana dopo il raduno Unite the Right a Charlottesville, in Virginia (in cui morirono tre persone, tra contro-manifestanti e poliziotti), Anglin ha ricevuto 14,88 Bitcoin, un importo simbolico scelto per i suoi riferimenti a uno slogan suprematista bianco di 14 parole e la frase Heil Hitler(la H è l’ottava lettera dell’alfabeto). Una donazione di circa 60 mila dollari all’epoca, che oggi ne varrebbe 640 mila. I donatori rimangono però sconosciuti. Al tempo, Anglin non poteva avere carte di credito ed era stato bandito da PayPal, per cui poteva finanziarsi solo tramite Bitcoin. Se lui però lo ha dovuto fare per ragioni pratiche, parte dell’attrazione della criptovaluta per l’estrema destra è ideologica. Bitcoin è stato sviluppato sulla scia della crisi finanziaria del 2008, quando la sfiducia nel sistema globale era ai massimi. La criptovaluta offre un’alternativa che non dipende dalle banche, perché le transazioni vengono convalidate su sistemi blockchain, la cui autorità non è decisa dalla “élite” bancaria. Come afferma una guida ai Bitcoin che circola su Telegram: «Sappiamo tutti che gli ebrei e i loro scagnozzi controllano il sistema finanziario globale. Quando vieni sorpreso ad avere un’opinione sbagliata, ti escludono da questo sistema rendendoti la vita molto difficile. Un’alternativa è la criptovaluta».

Un militante dell’estrema destra americana a Charlottesville nel 2017 (Getty)

Sono almeno 12 i gruppi di estrema destra in tutto il mondo ad aver adottato il Bitcoin: tra gennaio 2017 e aprile 2021 ne hanno accumulati circa 213, per un valore di oltre 9 milioni di dollari. Andrew “Weev” Auernheimer, webmaster di Anglin per il Daily Stormer, ha raccolto Bitcoin per un valore di 2,2 milioni di dollari (al cambio odierno). E altri centinaia di migliaia di dollari sono finiti al Nordic Resistance Movement, un movimento neonazista scandinavo che è stato bandito in Finlandia, a Counter-Currents, una casa editrice del suprematismo bianco statunitense, e al gruppo francese Génération Identitaire, di recente dichiarato fuori legge. Anche Gab e Bitchute, social network cari all’estrema destra, hanno raccolto fondi ingenti in criptovaluta: il primo, che ha intensificato la lotta contro la «censura finanziaria», ha incassato oltre 175 mila dollari in Bitcoin negli ultimi anni, la maggior parte dei quali tra dicembre 2020 e gennaio 2021, cioè nel periodo dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio.

Le criptovalute segrete come Monero e gli allarmi delle autorità

A differenza di altre criptovalute, il Bitcoin si contraddistingue per la sua trasparenza. Ogni transazione è registrata in modo indelebile – e pubblico – sulla blockchain, il che consente ad aziende come Chainalysis (un centro studi sulle criptovalute) di monitorarne le attività. Di recente, El Salvador è diventato il primo Paese al mondo a rendere Bitcoin valuta legale, mentre la Cina ne ha vietato le transazioni. I singoli possono oscurare le loro identità non collegandole pubblicamente ai loro conti, ma le transazioni non possono essere nascoste. Proprio per questo, nel novembre 2020 – in concomitanza con la sconfitta elettorale di Donald Trump – Anglin ha abbandonato Bitcoin e chiesto ai suoi sostenitori di inviargli denaro in Monero, una «moneta per la privacy» progettata per rendere tutte le operazioni il più segrete possibili. Come Anglin, molte altre organizzazioni di estrema destra hanno cominciato ad adottare Monero.

Membri dei Proud Boys, organizzazione di estrema destra americana (Getty)

I regolatori finanziari di tutto il mondo si stanno però rendendo conto della minaccia. La Financial Action Task Force (Fatf), un’organizzazione multilaterale con sede a Parigi che definisce le linee guida globali per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, a giugno ha pubblicato il suo primo rapporto sulla raccolta fondi di estrema destra, evidenziando l’uso delle criptovalute da parte dei gruppi. Nel documento è anche evidenziato il pericolo dei collegamenti transnazionali tra le organizzazioni della destra radicale. «Come le organizzazioni jihadiste, molti di questi gruppi hanno utilizzato Internet e i social media per condividere la propaganda e reclutare sostenitori da tutto il mondo. Potrebbero anche cercare di creare legami finanziari», afferma il rapporto. «Questa tendenza ha posto una sfida alle forze dell’ordine o ai servizi di sicurezza, abituati a combattere il terrorismo di estrema destra come una minaccia interna e con pochi collegamenti transnazionali». I dati blockchain di Anglin mostrano come i suoi donatori abbiano sostenuto movimenti simili in tutto il mondo.