Tragedia accaduta sabato scorso 27 maggio a Roma: un bimbo è morto annegato in piscina. Sulla vicenda ha parlato Sidiki Sako, padre di Adamo Malik, il bimbo annegato, affermando che la piscina non era in sicurezza: «I bambini riuscivano a passare sotto al cancello. La piscina in cui è annegato mio figlio non era messa in sicurezza».

Le parole del padre del bimbo morto annegato in piscina a Roma
«La piscina in cui è annegato mio figlio non era messa in sicurezza». Queste sono state le parole di Sidiki Sako, il papà di Adamo Malik, il bimbo di tre anni trovato privo di vita in acqua nel circolo sportivo Centocelle Football Club nella città Roma. Il papà di Adamo è stato sentito dal giornale il Corriere della Sera, l’ivoriano ha raccontato quanto accaduto sabato scorso, il 27 maggio: «Alle sei hanno iniziato a cercare i bambini, c’erano due cancelli, uno dei quali chiuso, ma i bambini potevano passare al di sotto di esso». Stando alle parole del papà di Adamo c’era uno spazio attraverso il quale il figlio sarebbe riuscito ad intrufolarsi e a raggiungere la vasca. Infatti poi ha aggiunto: «Un mio amico ha trovato il corpo. Quando i soccorsi sono arrivati era già tardi. Non ci sono parole».

Le indagini dei carabinieri
Gli inquirenti sono al lavoro per stabilire se l’incidente del bimbo annegato in piscina a Roma si sarebbe potuto evitare e se i gestori avevano messo in sicurezza correttamente la piscina. Inoltre bisogna valutare anche l’ipotesi di un omesso controllo da parte dei genitori, presenti alla festa, che invece sostengono che la piscina, ancora chiusa, non era stata adeguatamente messa in sicurezza per evitare incidenti. E su questo aspetto sono in corso le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, i quali dopo un controllo svolto anche dal personale della ASL competente, dovranno verificare eventuali responsabilità a carico degli adulti o dei gestori della piscina.