Si aggiungono dettagli ora per ora sulla scomparsa della piccola Kataleya Kata Alvarez. Il giorno prima della sparizione, nell’ex albergo Astor a Firenze, dove la bimba abita, sarebbero stati visti tre uomini sconosciuti che si aggiravano nel quartiere in cerca di un ragazzo, che tuttavia non hanno trovato. Il racconto arriva direttamente da un residente dello stesso palazzo. «Ho sentito che quel giorno, nel pomeriggio prima della scomparsa di Kata, tre giovani peruviani cercavano un ragazzo peruviano ma non lo hanno trovato». Il testimone ha parlato ai microfoni della trasmissione Chi L’Ha visto?. Secondo il vicino, la stessa struttura dell’edificio da cui è sparita Kata nel pomeriggio del 10 giugno scorso, faciliterebbe la possibilità di uscire dal palazzo attraverso più percorsi, come vari sotterranei e il sottotetto. Inoltre «Qualche giorno prima c’era un’auto nera che girava» in zona, ha riferito il testimone.

Parla il padre della di Kata, la bimba scomparsa
Resta ancora da accertare quanti e quali collegamenti vi siano tra le parole dell’uomo e la sparizione della bimba di soli 5 anni, tuttavia l’ipotesi del rapimento per ora sembra quella più battuta dagli inquirenti e dagli stessi familiari della bambina. «Forse hanno pensato che io ho i soldi perché ho preso tre stanze nell’ex albergo Astor» ha dichiarato il padre di Kata, Miguel, scarcerato per dare una mano alle indagini. L’uomo ha ammesso di aver preso tre stanze nella struttura occupata, una per la moglie e la figlia, una per i suoi genitori e una per il cognato. Secondo il padre Kata è stata portata via non a caso ma con particolare precisione: «Qui ci sono tante possibilità di fuga, ci sono due uscite e non ci sono telecamere, hanno pianificato tutto» ha aggiunto l’uomo che si è detto distrutto per la scomparsa della figlia e pronto a collaborare con carabinieri e magistratura in ogni modo. «Non ho problemi con nessuno, qualcuno l’ha presa ma non capisco perché fare una cosa del genere. Aiutateci a ritrovarla». Il papà della bimba, ha poi lanciato un appello con la moglie: «Anche se ho fatto qualcosa di male a qualcuno, una cazzata, no lo so, lei non c’entra. Abbiamo pagato una volta, dopo aver trovato questo posto che mi era stato segnalato da un altro peruviano. Non so se Kata è stata rapita per estorsione, nessuno ci ha mai chiesto soldi».