Chris Cornell, Alicia Keys, Adele, Sam Smith. E ora Billie Eilish. Dopo la struggente Writing’s on the Wall di Smith in Spectre, il pesante testimone della soundtrack dei film di James Bond è passato nelle mani dell’artista californiana. Diciannove anni, ma già numerosi premi alle spalle, tanto da essere considerata una delle star più influenti della musica contemporanea. È sua la firma di No Time To Die, singolo del film omonimo in uscita giovedì 30 settembre in contemporanea mondiale.
L’artista si è raccontata assieme al fratello Finneas O’Connell – coautore di molti suoi brani – in un’intervista alla Bbc, dove ha rivelato alcuni retroscena sulla genesi del tema che accompagnerà i titoli di testa della pellicola. «Abbiamo sempre voluto scrivere una canzone per Bond», ha spiegato Eilish. «Quando abbiamo saputo del 25esimo film, abbiamo deciso subito di incontrare Barbara (Broccoli, la produttrice ndr) per perorare la nostra causa». Non pensavano però che, oltre alla produzione, avrebbero dovuto convincere anche Daniel Craig. «Se a lui non piace, non va bene», hanno detto i due artisti. «Ha davvero una grande voce in capitolo».
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Le colonne sonore di Bond: da Armstrong a McCartney fino a Madonna
Scrivere il tema per James Bond rappresenta una grande responsabilità. Escludendo i quattro artisti prima menzionati, che hanno lavorato per la “Craig saga”, il campionario di celebrità che hanno prestato la loro voce alle avventure di 007 è incredibile. Negli anni infatti si sono avvicendati Louis Armstrong (Al servizio segreto di sua maestà), Paul McCartney – la sua Live and Let Die è soundtrack di Vivi e lascia morire – e Madonna (La morte può attendere), solo per citarne alcuni.
In Texas l’ispirazione per il tema di No Time to Die
Eilish e O’Connell hanno attraversato momenti difficili durante la composizione. «Appena ci hanno chiamato, abbiamo avuto un intenso blocco dello scrittore», ha ricordato la 19enne. «Abbiamo affittato uno studio intero pur di scrivere, ma nulla». Curioso che l’illuminazione per un personaggio tipicamente british sia giunta in terra americana. «Ci trovavamo in Texas e Finneas ha suonato un motivetto al pianoforte. La canzone è uscita di getto», ha rivelato Eilish. «Anzi, abbiamo dovuto anche eliminare alcune parti perché era diventata troppo lunga». «La prima bozza superava i cinque minuti», ha proseguito il fratello. «Una delle parti più interessanti prevedeva uno sforzo vocalico importante da parte di Billie, ma l’abbiamo eliminata. Quando si realizza un tema per Bond bisogna rispettare dei parametri precisi, dagli accordi alle tonalità della voce».
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Il testo della canzone e il piccolo spoiler
Altra difficoltà è stata quella di scrivere un testo senza avere tra le mani una sceneggiatura completa, basandosi solo su alcune righe e pochi riferimenti. Nonostante tutto, però, alla Bbc i due artisti si sono lasciati sfuggire uno spoiler. Incalzata dal giornalista, il quale ha accennato al tema del tradimento che è il cardine della canzone, Eilish ha risposto: «Non so se siamo autorizzati a parlarne. Nel trailer succede qualcosa. Qualcuno tradisce, qualcuno viene tradito…». Che il riferimento sia al personaggio di Madeleine Swann interpretato da Léa Seydoux? Del resto, ha sottolineato la popstar, «il personaggio di Bond è pieno di specchi e fumo, il tradimento fa parte della sua vita».
Non solo Bond però. Eilish ha voluto sin da subito comporre una canzone che parlasse della vita di tutti. «Volevamo creare un brano che avesse senso nel mondo reale e nelle giornate di tutte le persone», ha proseguito l’artista. «C’è anche qualche riferimento alla mia esperienza privata». Infine spazio anche per la polemica sulla sessualizzazione del personaggio sollevata di recente dal regista Cary Fukunaga, che in un’intervista all’Hollywood Reporter ha definito il Bond di Sean Connery «uno stupratore». «Bond è Bond, non sarebbe lui senza il sesso», ha concluso la cantante. «Da quanto ne so, 007 è spesso a torso nudo nei film quindi penso che la situazione sia uguale da entrambi i lati».