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Big Eyes stasera 9 agosto 2021 su Rai 1 alle 21.25: la vera storia di Margaret Keane

Stasera, su Rai Uno, alle 21.25 per il ciclo Lunedì cinema il dramma biografico Big Eyes, ispirato alla storia vera della pittrice Margaret Keane e del marito Walter. Dalla vicenda reale alle incongruenze, tutte le cose da sapere sul film diretto da Tim Burton.

9 Agosto 2021 18:539 Agosto 2021 18:54 Redazione
Su Rai stasera, lunedì 9 agosto 2021, andrà in onda il film Big Eyes con Amy Adams e Cristoph Waltz. Cosa sapere sul film.

Amy Adams e Christoph Waltz sono i protagonisti di Big Eyes, in onda stasera, lunedì 9 agosto 2021, su Rai Uno alle 21.25. Diretta da Tim Burton, la pellicola, a metà tra il genere drammatico e il biopic, racconta la storia vera della pittrice Margaret Keane e del marito Walter, reputato fino al 1970 l’autore dei dipinti realizzati dalla moglie. Opere che, popolate da donne, bambini e animali dagli occhi enormi, hanno rivoluzionato la grammatica e i codici dell’arte americana degli Anni 60. Dalla vicenda biografica dei due protagonisti alle differenze tra grande schermo e vita reale, passando per il giudizio di pubblico e critica, tutte le cose da sapere sul film.

Big Eyes: La storia vera a cui si è ispirato il film

Quella che nel film viene raccontata dal giornalista Dick Nolan (interpretato dall’attore Danny Huston) è, a grandi linee, la vera storia di Margaret e Walter Keane. I due si conobbero durante una mostra a San Francisco nel 1955. Walter era un artista sconosciuto che non avrebbe toccato con mano la fama prima di qualche anno. I loro primi due anni insieme furono felici e in perfetta armonia, ma tutto cambiò quando, una notte, la pittrice accompagnò il marito in un club per uno spettacolo di stand up Comedy. Lì, mentre Walter Keane si intratteneva con la gente e vendeva i quadri con i bambini dai grandi occhi, Margaret era costretta a stare in disparte e a rinunciare al merito di aver realizzato quei pezzi d’arte che la gente apprezzava ed acquistava. Fu proprio in quell’occasione, infatti, che si accorse che il marito, nella compravendita, spacciava quelle opere per sue.

Tornati a casa, si confrontarono violentemente sull’accaduto, ma l’uomo riuscì a convincerla che del fatto che quell’atteggiamento fosse solo uno stratagemma per evitare lo scandalo e racimolare i soldi necessari per sopravvivere. Per i dieci anni successivi Margaret si trovò a dover appoggiare quella menzogna, annuendo con rispetto ogni volta che il consorte diceva di essere il migliore pittore di occhi dai tempi di El Greco, prendendosi complimenti che non gli spettavano. Triste e frustrata, la donna affermava di sentirsi in trappola ma di non avere la forza di lasciarlo, non avendo denaro a sufficienza per mantenere se stessa e la figlia nata dal matrimonio. Dai primi anni Sessanta in poi, le stampe e le cartoline divennero un bestseller. Celebrità del calibro di Jerry Lewis, Dean Martin, Kim Novak iniziarono a comprarle. I quadri furono esposti in vari musei del mondo, dalla Spagna al Messico fino al Giappone, e la vita della coppia cambiò radicalmente: si trasferirono in una villa e iniziarono a frequentare il jet set. O meglio, Walter iniziò a darsi alla vita mondana, costringendo la moglie a rimanere chiusa in casa per dipingere, anche sedici ore al giorno, in una stanza serrata e con le tende alle finestre.

Walter Keane divo del jet set, Margaret costretta in casa dipingere

Quello che, agli inizi, le era sembrato un ragazzo gentile e affascinante, si era trasformato in un carcerario. La minacciava, le ordinava in continuazione di disegnare soggetti diversi, fino a chiederle di realizzare un’opera colossale, quella che sarebbe diventata il suo capolavoro, Tomorrow forever. Ci vollero dieci anni per convincere Margaret a chiedere il divorzio, con la promessa di continuare a dipingere in segreto. Un accordo che, dopo qualche tela, non si sentì più di voler rispettare. Nel 1970, per lei, inizia una nuova era, fatta di verità e rivincite. Verso la fine degli anni Ottanta, citò in giudizio l’ex partner: fu in quell’occasione che tutto iniziò a cambiare. Il giudice, per dirimere la questione, chiese a entrambi di dipingere un bambino con gli occhi grandi, lì sul momento. Margaret finì il quadro in meno di un’ora, Walter rinunciò, dicendo di accusare uno strano dolore alla spalla. Così, la donna vinse finalmente la causa, fu autorizzata a firmare i dipinti e ottenne un risarcimento di 4 milioni di dollari, che non ricevette mai. Keane morì nel 2000, dopo una diagnosi di disturbo delirante. Nel frattempo, i dipinti dei bambini con gli occhi grandi, dopo un enorme boom, furono presi di mira dalla critica. Oggi, Margaret vive in California e, nel 2014, ha onorato Tim Burton con un cameo nel suo film. Un’operazione di ricostruzione che ha definito «fantastica e molto accurata».

Big Eyes: Le differenze tra resa cinematografica e vicenda biografica

Come accade, nella maggior parte dei casi, la rilettura di una vicenda storica o biografica da parte del cinema non è totalmente fedele a quanto accaduto. Per quanto, infatti, quella proposta da Big Eyes si discosti poco dalla realtà, sono stati diverse le licenze poetiche che Burton si è concesso nel racconto dell’incredibile storia di Margaret Keane. A partire dalle abilità artistiche di Walter. Mentre nel film, né il pubblico né Margaret hanno mai modo di vederlo posare il pennello sulla tela (fatta eccezione per il momento in cui sigla il prodotto finito con la sua firma) e sembra quasi non abbia voglia neppure di imparare a far qualcosa con l’aiuto della moglie, nella realtà le chiese più volte di mostrargli come fare ma si rivelò del tutto incapace di riprodurne lo stile. Soprattutto nella definizione degli occhi. Altro elemento di discrepanza tra grande schermo e vita reale, l’idea che nessuno potesse accedere alla villa. In diverse scene del film, in effetti, viene più volte ribadito che gli ospiti non sono ben accetti per paura che possano scoprire lo studio di Margaret e far crollare la menzogna di Walter. Sebbene l’accesso all’atelier dell’artista fosse effettivamente riservato, Keane invitò spesso a casa celebrità e socialite, intrattenendosi in rapporti fisici al limite dell’adulterio. Rientra nelle fake news anche la storyline che vede Keane protagonista di una violenta lite con un critico del New York Times, che ne aveva fatto a pezzi Tomorrow Fever. Burton propone un alterco con tanto di forchetta scagliata per colpire il viso del giornalista. In realtà, non c’è nessuna fonte che confermi l’effettiva veridicità dell’accaduto. Così come ambigua e parecchio lontana dalla verità la ricostruzione della conversione di Margaret al movimento dei Testimoni di Geova. In realtà, in un’intervista con SFGate, la pittrice ammise di essere stata aiutata e convinta dal terzo marito, il giornalista sportivo Dan McGuire. Tra un’inesattezza e una lieve stortura di trama, tuttavia, il regista ha mantenuto intatti dettagli e particolari fondamentali. Come il tentativo di Walter di uccidere la moglie. O la dinamica che portò alla vittoria di Margaret in tribunale, sentenziando la condanna di un uomo che, per quasi tutta la sua vita, aveva vestito comodamente i panni dell’impostore.

Big Eyes: Un casting combattuto 

La scelta del cast non fu veloce e immediata. Inizialmente, i protagonisti sarebbero dovuti essere Kate Hudson e Thomas Haden Church. Che, per indisposizioni professionali, cedettero il posto alla seconda alternativa, rappresentata dal duo Reese Witherspoon e Ryan Reynolds. I due, dopo un anno di trattative, abbandonarono il progetto e i ruoli furono poi assegnati, in maniera definitiva, ad Amy Adams e Christoph Waltz.

Big Eyes: Il feedback di pubblico e critica 

La pellicola è arrivata nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 dicembre 2014, dove fu vietata ai minori di 13 anni non accompagnati per la presenza di tematiche e linguaggio non adatto. In Italia, invece, ha fatto il suo debutto un anno dopo, il 1 gennaio 2015. Ai botteghini, ha guadagnato, in tutto il mondo, un totale di circa 30 milioni di dollari, con un rating della critica di 6.7/10. Pubblico e addetti ai lavori lo hanno accolto positivamente, apprezzando lo stile provocatorio ma mai eccessivo di Burton e le performance attoriali dei due personaggi di punta. L’elemento che, più di tutti, ha conquistato l’attenzione di profani e non è stata la delicatezza emotiva utilizzata nel racconto della vicenda di Margaret, artista costretta a rinunciare alla propria identità per sopravvivere.

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