Il questore di Biella Gianni Triolo, 60 anni, si è suicidato questa mattina nella sala riunioni della Questura. Per togliersi la vita ha usato la pistola d’ordinanza e a ritrovare il corpo è stata una addetta alle pulizie. Triolo avrebbe lasciato un biglietto ma, al momento, non sono noti i motivi del gesto.
Triolo, a Biella dall’inizio della pandemia
Nato nel 1961 a Pescara, Gianni Triolo era entrato in polizia nel 1987, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza. In servizio fino al 1991 al Reparto Mobile di Torino, è stato Dirigente dell’Ufficio Personale e poi Capo di Gabinetto della Questura di La Spezia. Dopo un periodo alla direzione della Divisione Anticrimine della Questura di Massa Carrara, era tornato a La Spezia con lo stesso ruolo: nonostante i vari spostamenti, la sua famiglia è sempre rimasta nella città ligure. In seguito è diventato poi vicario del Questore, incarico quest’ultimo ricoperto anche a Pisa. Promosso dirigente superiore, per alcuni mesi ha operato presso l’Ufficio Centrale Ispettivo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza in qualità di Ispettore Generale. Gianni Triolo era arrivato a Biella con l’inizio della pandemia, a febbraio 2020, al primo incarico da questore.
Triolo, le parole del sindaco Corradino
«Ero seduto accanto a lui ieri per il comitato di ordine e sicurezza pubblica. Era normale, o almeno sembrava, ora non so cosa dire. Anche da figlio di poliziotto sono particolarmente toccato da questa notizia tremenda», ha dichiarato il sindaco di Biella, Claudio Corradino. «Era una persona piacevolissima, con la quale abbiamo sempre collaborato con profitto. La città perde una grande persona a livello umano. Credo solo il silenzio possa servire in questo momento, sono senza parole». Quello di Gianni Triolo è il secondo caso di suicidio che si verifica in seno alle forza armate in Piemonte, nel giro di poche settimane. Lo scorso 28 novembre un poliziotto della Digos di 52 anni si era tolto la vita in Questura a Torino, dopo la fine del turno di lavoro.