Gli Stati Uniti hanno confermato, ancora una volta, il loro impegno a difendere Taiwan in caso di un eventuale attacco della Cina. A renderlo noto è stato lo stesso presidente Joe Biden alla Cnn, rispondendo a una domanda sul possibile cambio di politica nei confronti dell’isola. Già ad agosto, Biden aveva dichiarato alla Abc che gli Usa hanno «un impegno sacro» a difendere gli alleati della Nato in Canada e in Europa, e lo stesso esiste nei confronti di «Giappone, Corea del Sud e Taiwan». Taipei, negli ultimi mesi, sta lamentando le costanti provocazioni militari di Pechino, che con i suoi aerei militari è entrata ripetutamente nella zona di difesa aerea dell’isola.
«Il rapporto di difesa degli Stati Uniti con Taiwan è guidato dal Taiwan Relations Act. Sosterremo il nostro impegno ai sensi dell’atto, continueremo a sostenere l’autodifesa di Taiwan e continueremo a opporci a qualsiasi cambiamento unilaterale allo status quo», ha affermato successivamente una portavoce della Casa Bianca. «Cina, Russia e il resto del mondo sanno che abbiamo l’esercito più potente della storia», ha proseguito Biden.
Le tensioni tra Cina e Taiwan
Le tensioni militari tra Taiwan e la Cina, come ha affermato questo mese il ministro della Difesa di Taipei Chiu Kuo-cheng, sono state le peggiori da oltre 40 anni. La Cina sarebbe in grado di organizzare un’invasione «su vasta scala» entro il 2025, ha aggiunto. La Cina rivendica Taiwan come un proprio territorio, da riconquistare con la forza se necessario, mentre Taiwan si è sempre dichiarato un Paese indipendente, libero e democratico. Per quanto Washington sia obbligata in base ai trattati in vigore a rifornire Taiwan di aiuti militari, nell’ultimo periodo ha seguito una politica di “ambiguità strategica” su un suo eventuale intervento militare in difesa dell’isola. «Non vogliamo una guerra fredda con la Cina», ha detto ancora Biden, «Vogliamo solo che capiscano che non faremo un passo indietro, che non cambieremo la nostra politica».
Per Pechino, però, Taiwan è una questione molto più delicata e importante dei suoi rapporti con gli Stati Uniti, e ha denunciato la «collusione» tra Washington e Taipei. In un incontro con i giornalisti di giovedì, l’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun, ha detto che il Paese sta portando avanti tentativi di «riunione pacifica» con Taiwan, e sta rispondendo alle «mire separatiste» del Partito progressista democratico che governa l’isola. «Noi non vogliamo problemi», ha aggiunto. «Al contrario alcuni Paesi, in particolare gli Stati Uniti, stanno intraprendendo azioni pericolose, e stanno portando la situazione nello Stretto di Taiwan in una direzione pericolosa. Trascinare Taiwan in una guerra non è nell’interesse di nessuno». All’inizio di ottobre si è scoperto che Washington ha sul suolo taiwanese delle proprie truppe per addestrare i militari locali, una notizia che Pechino ha commentato con fastidio.