Tra le protagoniste della puntata di Belve del 7 marzo ci sarà anche la modella Bianca Balti. Un personaggio molto amato, che si è lasciato andare, di fronte alla giornalista e conduttrice Francesca Fagnani, a una vera e propria confessione. Balti ha raccontato di avere subìto uno stupro a diciotto anni. La notizia è filtrata prima della messa in onda della puntata, tra le anticipazioni delle interviste raccolte dalla giornalista, il cui programma fa incetta di ascolti e interazioni sui social.

Balti: «A diciotto anni ho subito uno stupro»
Secondo quanto rivela Repubblica, Bianca Balti ha raccontato a Francesca Fagnani la violenza subita non appena maggiorenne. «A diciotto anni ho subìto uno stupro», ha dichiarato la modella. «Ero a un rave in stato d’ebbrezza, non ero lucida. È successo con un ragazzo che avevo conosciuto quella sera e che mi piaceva. Da un bacio si è passati alla violenza». Balti prosegue spiegando di aver perso le tracce del ragazzo: «L’ho cercato per tantissimo tempo, andavo a tutti i rave sperando di rincontrarlo giusto per fare pace con l’idea che magari c’era una storia e non uno stupro. L’ho incontrato dopo anni quando già facevo la modella, usciva da un sert. Mi ha fatto piacere vederlo, nella mia mente avevo bisogno di normalizzare questa esperienza, di dire siamo amici».
Balti parla anche di maternità
Tanti gli argomenti di cui ha parlato la modella su Rai2. Racconta, ad esempio, non si sottrae nel parlare di carriera e ingaggi: «Subito dopo le prime sfilate, 18 anni fa, mi hanno offerto un contratto di un milione di euro, ma ho detto di no perché ho capito che potevo ottenere di meglio». Il miglior contratto? «Lo spot di Dolce&Gabbana sul gozzetto, sia dal punto di vista professionale che economico». E poi si parla anche di maternità. Fagnani le chiede perché la figlia Matilde abbia scelto di vivere col padre. La modella risponde: «Al tempo mi stavo trasferendo a Los Angeles. Era l’ennesimo trasloco e quindi lei ha deciso di andare a vivere con il padre. Solo di recente mi ha confessato che lo aveva fatto perché voleva un po’ di stabilità. Ne ho sofferto tantissimo. Però poi ti abitui anche alle cose più brutte e grazie al cielo c’è la tecnologia».
