Recovery Cav

Redazione
23/01/2022

Dopo aver ufficializzato il ritiro dalla corsa al Quirinale, Berlusconi è stato ricoverato al San Raffaele per esami di routine. Il primario Zangrillo ha spiegato che l'ex premier è entrato in ospedale "questa mattina" per sottoporsi "ai controlli clinici periodici"

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Silvio Berlusconi ha annunciato ieri il ritiro dalla corsa al Quirinale. Lo ha fatto con una nota scritta, affidata alla senatrice Licia Ronzulli, che collegata via Zoom l’ha letta agli altri leader della coalizione. Il fondatore di Forza Italia non era presente in persona al vertice del centrodestra a Roma, volto a decidere il candidato unitario per il Colle, né in videocollegamento. Inizialmente alcune fonti avevano fatto emergere che la sua assenza fosse dovuta al fatto che da giovedì si trovava ricoverato al San Raffaele di Milano per sottoporsi a controlli medici di routine. Ma il primario dell’ospedale, Alberto Zangrillo, ha diffuso una nota nella serata del 23 gennaio per spiegare che Berlusconi “si trova da questa mattina all’ospedale San Raffaele e si sta sottoponendo ai controlli clinici periodici, programmati da tempo inseriti in un protocollo standard”. Il medico ha aggiunto che “proprio per la contemporaneità tra la scadenza dei controlli e il delicato momento politico, il presidente Berlusconi ha deciso di recarsi oggi al San Raffaele – conclude la nota – solo dopo aver comunicato le sue intenzioni rispetto alla candidatura per la Presidenza della Repubblica”.

La nota di Silvio Berlusconi

Sono davvero grato, dal profondo del cuore, alle molte migliaia di italiane e italiani che, in questi giorni, mi hanno manifestato affetto, sostegno e incoraggiamento da quando il mio nome è stato indicato per la Presidenza della Repubblica. Sono grato in particolare alle forze politiche del centro-destra che hanno voluto formulare la mia candidatura, ai tanti parlamentari di tutti gli schieramenti che hanno espresso il loro appoggio e il loro consenso, agli importanti esponenti politici stranieri, in particolare ai vertici del Partito Popolare Europeo, che si sono pronunciati a favore di questa proposta.

Dopo innumerevoli incontri con parlamentari e delegati regionali, anche e soprattutto appartenenti a schieramenti diversi della coalizione di centro-destra, ho verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione. E’ un’indicazione che mi ha onorato e commosso: la Presidenza della Repubblica è la più Alta carica delle nostre istituzioni, rappresenta l’Unità della Nazione, del Paese che amo e al servizio del quale mi sono posto da trent’anni, con tutte le mie energie, le mie capacità, le mie competenze. Nello stesso spirito, ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale, ho riflettuto molto, con i miei familiari ed i dirigenti del mio movimento politico, sulla proposta ricevuta.

Berlusconi ancora ricoverato al San Raffaele: ecco perché non era presente al vertice del centrodestra nel corso del quale ha ufficializzato il ritiro dalla corsa al Quirinale.
Silvio Berlusconi: il ritiro dalla corsa per il Quirinale è ufficiale (VINCENZO PINTO/AFP via Getty Images)

 
L’Italia oggi ha bisogno di unità, al di là della distinzione maggioranza-opposizione, intorno allo sforzo per combattere la gravissima emergenza sanitaria, per far uscire il paese dalla crisi. La Nazione riparte nei momenti difficili se tutti sappiamo trovare, come avvenne nel dopoguerra, un senso comune di appartenenza nella nostra democrazia, superando le lacerazioni e al di là delle legittime ed anzi necessarie distinzioni. Per queste ragioni sono stato il primo a volere un governo di Unità Nazionale che raccogliesse le migliori energie del Paese, e che – con il concorso costruttivo anche dell’opposizione – è servito ad avviare un percorso virtuoso che oggi più che mai, alla luce della situazione sanitaria ed economica, deve andare avanti. Per questo considero necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al PNRR, proseguendo il processo riformatore indispensabile che riguarda il fisco, la giustizia, la burocrazia.

In questo stesso spirito, ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica. Continuerò a servire il mio Paese in altro modo, come ho fatto in questi anni, da leader politico e da Parlamentare Europeo, evitando che sul mio nome si consumino polemiche o lacerazioni che non trovano giustificazioni che oggi la Nazione non può permettersi.

Da oggi lavoreremo quindi con i leader del centro-destra – che rappresenta la maggioranza nel Paese ed a cui spetta l’onere della proposta – per concordare un nome in grado di raccogliere un consenso vasto in Parlamento. Occorre individuare una figura capace di rappresentare con la necessaria autorevolezza la Nazione nel mondo e di essere garante delle scelte fondamentali del nostro Paese nello scenario internazionale, l’opzione europea e quella atlantica, sempre complementari e mai contrapponibili, essenziali per garantire la pace e la sicurezza e rispondere alle sfide globali. Spero che il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni sappiano compiere questa scelta nel tempo più breve possibile e con un’ampia convergenza.