Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite

Redazione
18/01/2022

Nel mirino della procura ci sarebbero i contratti sottoscritti tra la compagnia marittima Moby e il blog del fondatore del Movimento 5 stelle nel periodo compreso tra il 2018 e il 2019.

Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite

Beppe Grillo è indagato per traffico di influenze illecite. Nel mirino della procura sarebbero finiti contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it. Gli accordi sarebbero quelli stipulati dalla compagnia Marittima Moby Spa dell’armatore Vincenzo onorato e il sito del fondatore del Movimento 5 stelle nel periodo compreso tra il 2018 e il 2019. L’ipotesi di reato è emersa in seguito ad alcuni sequestri e all’acquisizione di documenti fatta dal nucleo di polizia economico-tributaria della guardia di finanza del capoluogo lombardo. L’operazione si è svolta questa mattina, martedì 18 gennaio, nell’ambito di un’inchiesta su alcuni beneficiari di contributi e controparti di contratto. La compagnia da tempo, infatti, versa in cattive acque e dal giugno 2020 è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo dal tribunale di Milano. La procedura era stata proposta dallo stesso gruppo, che ha seimila dipendenti e fattura circa 700 milioni, a obbligazionisti, alle banche e allo stato. Per questo, la stipula di quei contratti sarebbe «ritenuta priva di giustificazione economica».

L’accordo stipulato tra il blog di Grillo e Moby Spa

Per quanto riguarda il blog di Grillo, il contratto prevedeva un compenso di 120 mila euro l’anno per 24 mesi, a patto di pubblicare uno spot al mese sul sito e inserire messaggi pubblicitari, redazionali e interviste a testimonial Moby, da postare anche sui canali social. Non finisce qui, perché Moby nel 2018 stipulò un accordo anche con la Casaleggio Associati, affinché la piattaforma si prendesse cura della «stesura di un piano strategico e della gestione di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo sulla limitazione dei benefici fiscali del Registro Internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari», allo scopo di «sensibilizzare le istituzioni e raggiungere una community di un milione di persone». In questo caso le cifre potevano toccare i 600 mila euro, partendo per il primo anno da 250 mila euro in caso di obiettivo raggiunto.

I legami di Moby con la Fondazione Open

Ma gli accordi sono poi stati di fatto definiti in altri termini e ad oggi Beppegrillo.it e Casaleggio associati risultano creditori, rispettivamente per 73.200 euro e 300.107 euro. Se nuovi sono questi risvolti e l’inquadramento giuridico individuato dal procuratore aggiunto Maurizio Romaneli e dal pubblico ministero Cristiana Roveda, le basi per l’accertamento emersero già due anni fa. Allora, a Firenze, nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Open di Matteo Renzi erano emersi un contributo di 200 mila euro da Onorato e la segnalazione dell’Ufficio di informazione finanziaria della Banca d’Italia che aveva segnalato alcuni pagamenti di Moby potenzialmente sensibili per la normativa antiriciclaggio «per gli importi, la descrizione generica della prestazione ricevuta e la circostanza di essere disposti verso persone politicamente esposte».