Tra capi di stato, politici, personalità di varia natura e fedeli, sono state oltre 100mila le persone a dire addio a Benedetto XVI. Il Papa emerito è morto il 31 dicembre e dopo giorni di veglia è stata chiusa mercoledì 4 gennaio la sua bara di cipresso. Oggi, invece, è stata calata in una struttura di zinco e, infine, in una terza bara di rovere, per essere posta nel luogo in cui fu sepolto Papa Giovanni Paolo II, vuoto dal giorno della sua santificazione. All’interno della bara è stato inserito il Rogito, un testo che ripercorre la vita e il pontificato di Joseph Ratzinger. Il testo è stato diffuso integralmente da Avvenire.

L’introduzione: «La sua memoria nel cuore della Chiesa»
Il Rogito inizia così: «Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 31 dicembre dell’anno del Signore 2022, alle 9,34 del mattino, mentre terminava l’anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l’amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito. Benedetto XVI è stato il 265° Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità».
La prima parte: giovinezza e famiglia
Nella prima parte del testo, invece, si parla della giovinezza e del rapporto con la famiglia. Il Rogito recita: «Joseph Aloisius Ratzinger, eletto Papa il 19 aprile 2005, nacque a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927. Suo padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, e prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi. Trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Traunstein, una piccola città vicino alla frontiera con l’Austria, a circa trenta chilometri da Salisburgo, dove ricevette la sua formazione cristiana, umana e culturale. Il tempo della sua giovinezza non fu facile. La fede e l’educazione della sua famiglia lo prepararono alla dura esperienza dei problemi connessi al regime nazista, conoscendo il clima di forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. In questa complessa situazione, egli scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo. Dal 1946 al 1951 studiò nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e all’Università di Monaco. Il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote, iniziando l’anno successivo la sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga. Successivamente fu docente a Bonn, a Münster, a Tubinga e a Ratisbona».
La seconda parte: il suo ruolo nella Chiesa
Nella seconda parte, invece, si parla di Joseph Ratzinger all’interno della chiesa. Si parte dal ruolo svolto «come perito ufficiale del Concilio Vaticano II, come assistente del Cardinale Joseph Frings», nel 1962. Poi si cita l’ordinazione vescovile. Ratzinger venne consacrato vescovo il 28 maggio del 1977. Da lì la sua storia fino al Pontificato, scritta rigorosamente in latino: «Papa Montini lo creò e pubblicò Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977. Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; e il 15 febbraio dell’anno successivo rinunciò al governo pastorale dell’Arcidiocesi di München und Freising. Il 6 novembre 1998 fu nominato Vice-Decano del Collegio Cardinalizio e il 30 novembre 2002 divenne Decano, prendendo possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia. Venerdì 8 aprile 2005 presiedette la Santa Messa esequiale di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. Dai Cardinali riuniti in Conclave fu eletto Papa il 19 aprile 2005 e prese il nome di Benedetto XVI. Dalla loggia delle benedizioni si presentò come umile lavoratore nella vigna del Signore. Domenica 24 aprile 2005 iniziò solennemente il suo ministero Petrino. Benedetto XVI pose al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua ricerca del volto del Signore Gesù Cristo e aiutando tutti a conoscerlo, in particolare mediante la pubblicazione dell’opera Gesù di Nazaret, in tre volumi. Dotato di vaste e profonde conoscenze bibliche e teologiche, ebbe la straordinaria capacità di elaborare sintesi illuminanti sui principali temi dottrinali e spirituali, come pure sulle questioni cruciali della vita della Chiesa e della cultura contemporanea. Promosse con successo il dialogo con gli anglicani, con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni; come pure riprese i contatti con i sacerdoti della Comunità San Pio X».
La terza parte: la rinuncia al pontificato
Poi la rinuncia al pontificato, descritta nella terza parte del testo. L’annuncio arrivò l’11 febbraio del 2013, come racconta il Rogito, in cui vengono citate le parole nella sua ultima udienza, il 27 dello stesso mese: «Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre». Infine le conclusioni: «Dopo una breve permanenza nella residenza di Castel Gandolfo, visse gli ultimi anni della sua vita in Vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione». Nel compendio si ripercorre la sua dottrina e si sottolinea che «lottò con fermezza contro i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o persone vulnerabili, richiamando continuamente la Chiesa alla conversione, alla preghiera, alla penitenza e alla purificazione. Teologo di riconosciuta autorevolezza, ha lasciato un ricco patrimonio di studi e ricerche sulle verità fondamentali della fede. Semper in Christo vivas, Pater Sancte».
