Invece di rifugi antiaerei, un festival dedicato ai bulbishniki, gli gnocchi della cucina russa. Ma anche concerti e una fiera dedicata ai tulipani. Le autorità della regione di Belgorod, per creare l’illusione di una vita pacifica in una regione spesso oggetto di attacchi ucraini con droni (e non solo), nel 2023 hanno speso quasi quattro volte di più per l’intrattenimento pubblico che per proteggere i cittadini, risparmiando su costruzione di rifugi antiaerei, sistemi di difesa, evacuazione della popolazione.

Gli attacchi sempre più intensi e l’evacuazione dei residenti del distretto di Shebekino
Nella mattinata del 2 giugno, le forze ucraine hanno bombardato diversi insediamenti nella regione russa di Belgorod, uccidendo almeno due donne e ferendone altrettante. Lo ha riferito il governatore Vyacheslav Gladkov, citato dall’agenzia Ria Novosti. È successo nel villaggio di Maslova Pristan, a una ventina di chilometri dal confine. Nei bombardamenti di ieri le autorità avevano segnalato 11 feriti. Oltre 2.500 residenti del distretto di Shebekino, evacuati dalle loro case, sono attualmente ospitati presso centri di raccolta temporanei al termine di una fuga tardiva, disorganizzata e in diversi casi fatta in autonomia, visto il disinteresse da parte dei vertici della Federazione Russa. E anche delle autorità locali, in tutt’altre faccende affaccendate.
🇷🇺🇺🇦This is how the temporary accommodation facility in #Belgorod looks like for evacuees from #Shebekino. pic.twitter.com/wkkmAWol5p
— Mahmood Khan (@Mahmood88239370) June 1, 2023
Dalla sagre ai concerti, di tutto pur di distogliere l’attenzione dalla guerra
Una fonte anonima ha raccontato infatti a Mozhem Obyasnit, fino a due anni fa conosciuta come Open Russia, organizzazione dell’oppositore del Cremlino ed esule Mikhail Khodorkovsky, che i funzionari locali «preferiscono non parlare della guerra», dedicandosi piuttosto all’organizzazione di eventi vari, allo scopo di distogliere l’attenzione da quanto sta accadendo e potrebbe accadere, vista l’annunciata controffensiva di Kyiv. Secondo il portale degli appalti pubblici, nel 2023 le autorità della regione di Belgorod hanno speso quasi 30 milioni di rubli (circa 340 mila euro) per festival, fiere, sagre e concerti, a fronte degli 8 milioni di rubli (92 mila euro) impiegati per la protezione dei civili, scrive Mozhem Obyasnit. Nei primi mesi dell’anno Belgorod, capoluogo dell’omonima oblast’, ha ospitato una sorta di sagra dello gnocco, a pochi giorni da un attacco che aveva raso al suolo una dozzina di abitazioni a Shebekino. Dei 64 mila bulbishniki cucinati, 10 mila erano stati distribuiti ai soldati impegnati al fronte. Alla fine di febbraio si è tenuto poi regolarmente l’appuntamento musicale BelgorodMusicFest. A maggio, quando i bombardamenti si sono fatti più massicci, Belgorod ha ospitato un festival dedicato ai tulipani. Nella regione, riporta Mozhem Obyasnit, sono in programma numerosi altri eventi, sia culinari (in particolare uno dedicato alla kasha (tradizionale zuppa dolce della cucina russa) che musicali.
La reazione tardiva delle autorità locali e la fuga nella totale disorganizzazione
Tutto questo mentre tra i residenti dei distretti di confine aumenta la frustrazione per la mancanza di aiuto per l’evacuazione da parte delle autorità, così come per il mancato utilizzo di allarmi antiaerei e l’assenza di bunker dove rifugiarsi. Che potrebbero magari esistere, ma essere appannaggio di pochi. «Non abbiamo nessun posto dove andare, non abbiamo nulla per cui vivere, non sappiamo cosa ci aspetta. La gente sta scappando in preda al panico», ha dichiarato a Moscow Times una donna di Shebekino, tra le persone evacuate. «Per un anno e mezzo abbiamo cercato di contattare funzionari e canali televisivi federali, per dire loro che la nostra città era stata bombardata e che non eravamo al sicuro. È molto triste». A seguito dell’intensificarsi degli attacchi e dall’immobilismo di Mosca, diversi personaggi pubblici russi, tra cui la giornalista di Russia Today Margarita Simonyan e l’ex candidata alla presidenza Ksenia Sobchak, si sono offerti di pagare per l’alloggio temporaneo per i rifugiati, mentre il governatore di Belgorod annunciava l’apertura di hotline ufficiali per le persone che avevano bisogno di aiuto per l’evacuazione da Shebekino e altri insediamenti vicini. «Abbiamo chiesto aiuto e ci è stato promesso che l’aiuto sarebbe stato fornito. Ma siamo rimasti sotto i bombardamenti e due ore dopo abbiamo chiamato di nuovo. Su cinque linee, solo una funzionava. Abbiamo dovuto aspettare mezz’ora, poi semplicemente ci hanno messo in una lista d’attesa», ha raccontato l’evacuata sentita da Moscow Times.

Mentre al confine regna il caos, Mosca si prepara a costruire un bunker per la sua élite
La partenza di migliaia di persone da Shebekino e da altri villaggi di confine rappresenta il più grande spostamento di cittadini russi all’interno della Paese dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina. E, più che dal Cremlino, è stata organizzata – con enorme ritardo e in modo approssimativo – dalle autorità locali. Ai 2.500 cittadini citati dal governatore ne vanno aggiunti tanti altri, fuggiti di propria iniziativa. In molti vogliono fare lo stesso: su Telegram sono centinaia coloro che cercano aiuto per trasporto e alloggio. In tutto questo, a pochi giorni dagli attacchi con droni, lo staff di Vladimir Putin ha firmato un accordo per costruire un rifugio antiaereo nell’area dell’Ospedale centrale di Mosca, il più elitario della capitale. Il bunker da 800 posti sarà riservato a pazienti vip e personale medico: avrà un costo di 35 milioni di rubli (circa 400 mila euro) e dovrebbe essere pronto per fine dicembre. Il Cremlino si sarà anche dimenticato di Belgorod, ma certo non dei suoi alti funzionari, che a 700 chilometri dal confine potranno ricevere cure tranquille.