L’odissea di Joshua Kimmich non si concluderà a breve. Il calciatore del Bayern Monaco, salito agli onori della cronaca a causa della sua vocazione no vax, ha contratto il Covid un mese fa. Ora, nonostante la fine dell’isolamento, non può allenarsi a causa dei problemi polmonari legati al virus. Il rientro in campo, quindi, sarà almeno a gennaio. Ad annunciarlo è stato lo stesso calciatore, che sul sito del Bayern ha dichiarato di essere «felice che il mio autoisolamento causato dal coronavirus sia terminato. Sto meglio ma non sono ancora in grado di allenarmi a pieno per via di una leggera infiltrazione nei polmoni. Farò quindi un po’ di allenamento riabilitativo».
Joshua Kimmich, dal rifiuto al vaccino allo stipendio tagliato
La vicenda legata ad alcuni calciatori no vax all’interno dello spogliatoio del Bayern Monaco è scoppiata lo scorso novembre. Tra gli atleti in questione c’è anche Joshua Kimmich, uno dei giocatori tedeschi maggiormente rappresentativi all’interno del club, dichiaratamente contro il vaccino anti Covid. Oltre al difensore, Serge Gnabry, Jamal Musiala, Eric Maxim Choupo-Moting e Michael Cuisance. A metà mese, dalla società era stata annunciata la scelta di tagliare gli stipendi ai calciatori che fossero risultati senza vaccino per scelta, in caso di contagio. Detto fatto: proprio Kimmich ha contratto il virus ed è stato costretto all’isolamento. Ma non è finita, perché oltre a fare i conti con l’infezione, il difensore ha “perso” più di 700mila euro a causa delle due settimane di quarantena. Un risparmio per il Bayern, che però ha perso una pedina importante del proprio scacchiere e la perderà anche per le ultime tre gare del 2021. Il calciatore si era opposto al vaccino per paura. Aveva espressamente dichiarato, infatti, di temere gli effetti a lungo termine riguardanti la somministrazione. Ora, invece, sta fronteggiando quelli dovuti al Covid.

Kimmich, il contagio dopo aver cambiato idea
Secondo il tecnico della nazionale tedesca, Hans Dieter Flick, il calciatore è stato contagiato proprio in un momento in cui sembrava andare verso la strada della vaccinazione. «Ho parlato con lui e penso che si stia convincendo sul vaccino. Mi è sembrata un’ottima conversazione e mi pare di aver capito che la sua tendenza sia quella di sottoporsi alla vaccinazione, ma ora dobbiamo aspettare». Lo ha dichiarato a un giornale tedesco. Il ct della Germania lo ha anche difeso: «Non va bene però che sia messo alla gogna per la sua scelta, perché così ci si distrare solamente dalle cose che potrebbero e dovrebbero andare meglio nel nostro paese».
