L’intero Oceano Indiano potrebbe dover dire addio alle sue barriere coralline nei prossimi 50 anni. Dalle Seychelles al Sudafrica, riscaldamento globale e pesca eccessiva stanno mettendo in ginocchio il sistema che, secondo un nuovo studio, sarebbe prossimo al collasso. Una minaccia non solo alla biodiversità, ma anche ai mezzi di sussistenza di centinaia di migliaia di persone.
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Dall’Africa alle Seychelles, a rischio le barriere coralline in 10 Paesi differenti
Lo studio, a opera dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), è disponibile sulla rivista Nature Sustainability. Gli scienziati hanno esaminato le barriere coralline di 10 Paesi differenti che si affacciano sull’area occidentale dell’Oceano Indiano. Maggiormente in pericolo le nazioni insulari, tra cui il Magadascar, le Isole Comore e Mascarene, classificate in uno stato critico. Qui le minacce maggiori sono opera del surriscaldamento globale che sta aumentando sensibilmente la temperatura dell’acqua, principale ragione degli eventi di sbiancamento delle barriere. Diverso il caso di Seychelles e Sudafrica, dove i pericoli maggiori arrivano dalla pesca eccessiva che, alterando l’ecosistema e promuovendo l’accumulo delle alghe, rischia di soffocare i coralli.
NEWS: All coral reefs in the Western Indian Ocean at high risk of collapse within 50 years https://t.co/Xe0gKu10b6 @cordioea @redlisteco #CoralReefs pic.twitter.com/WEeeslgy14
— IUCN (@IUCN) December 6, 2021
I prossimi 50 anni saranno conseguenza di ciò che si farà entro il 2030
«La minaccia più urgente viene dai cambiamenti climatici fino a 50 anni da oggi», ha detto al Guardian David Obura, ricercatore dell’IUCN e a capo dello studio. «Tuttavia, i futuri 50 anni saranno l’effetto di ciò che faremo nell’arco dei prossimi 10, ecco perché dobbiamo preoccuparci subito». Il ricercatore, che da anni sta osservando il declino delle barriere coralline, ha anche spiegato gli effetti disastrosi che la scomparsa del sistema avrebbe sulla vita dell’uomo. «Tutti i servizi, dalla protezione costiera alla pesca e al turismo, sono frutto dell’azione dei coralli. La loro assenza causerebbe un crollo a catena».

Solo negli ultimi 50 anni, la copertura delle barriere coralline mondiali si è dimezzata a causa del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della distruzione dell’habitat dovuta alla pesca eccessiva. «I dati ci impongono di migliorare il sistema ittico al più presto», ha detto al Guardian Mishal Gudka, scienziato del Cordio East Africa e coautore della ricerca. «È necessario garantire la salute dell’ambiente grazie alla creazione di stock sostenibili ma in grado di non danneggiare il lavoro di oltre 250 mila persone».
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