Bari, la sentenza: la bimba ha diritto a due mamme anche dopo la separazione

Claudio Vittozzi
08/09/2022

La sentenza di Bari è stata chiara: la figlia ha diritto a due mamme, anche se una delle due è la madre non biologica

Bari, la sentenza: la bimba ha diritto a due mamme anche dopo la separazione

A Bari c’è stata una sentenza rivoluzionaria in merito ai diritti di una bambina con due madri. La piccola nata nell’anno 2017 era stata concepita con la tecnica della maternità surrogata. Ecco qual è stato l’esito.

Il Tribunale di Bari ha deciso che la bimba, nata con maternità surrogata, ha diritto ad avere due mamme anche dopo la separazione.

La vicenda e la decisione del Tribunale di Bari

La vicenda coinvolgeva due donne statunitensi sposate e con una figlia con maternità surrogata, ma ora separate. In seguito alla separazione, la madre biologica della bambina voleva avere l’affidamento unico della piccola e ha presentato un’istanza. L’istanza presentata al Tribunale di Bari richiedeva la cancellazione del nome di una delle due mamme, vale a dire quella che non era la madre genetica. Tuttavia, il Tribunale di Bari ha rigettato l’istanza e ha chiarito che la bambina ha diritto ad avere due mamme anche dopo la separazione dei genitori.

Nel dettaglio, il Tribunale di Bari ha dichiarato: «Deve essere tutelato l’interesse della minore, che deve poter fruire del diritto di essere mantenuta, istruita, educata ed assistita moralmente da entrambe le persone che considera di fatto suoi genitori e che hanno concorso alla sua nascita sulla scorta di un progetto genitoriale condiviso».

Il Tribunale di Bari ha deciso che la bimba, nata con maternità surrogata, ha diritto ad avere due mamme anche dopo la separazione.

La spiegazione della sentenza

La sentenza ha una spiegazione logica dietro. Secondo i giudici di Bari, sul certificato di nascita della bimba entrambe le mamme sono indicate con il nome “parents” dunque sono genitori della piccola, anche se solo una è la vera madre biologica che ha partorito la minorenne.

Inoltre, i giudici si sono basati anche su una sentenza della Corte Costituzionale del 2021. In quest’ultima si legge: «Il consenso alla genitorialità e l’assunzione della conseguente responsabilità nella formazione di un nucleo familiare dimostra la volontà di tutelare l’interesse del minore alla propria identità affettiva, relazionale, sociale e a mantenere il legame genitoriale acquisito nei confronti di entrambi i genitori, eventualmente anche in contrasto con la verità biologica della procreazione».