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Barbero firma l’appello contro l’obbligo di Green Pass all’università

Secondo lo storico e divulgatore la misura è discriminatoria. La risposta della ministra Maria Cristina Messa: «Bisogna pensare agli altri in questo momento e non a se stessi».

7 Settembre 2021 09:457 Settembre 2021 12:18 Redazione
barbero contro il green pass all'università

Alessandro Barbero contro il Green Pass nelle università. Lo storico e divulgatore, docente ordinario di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale, ha sottoscritto l’appello di alcuni colleghi contro l’obbligo del certificato verde negli atenei. «Un conto è dire “Signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario, e di conseguenza, adesso introduciamo l’obbligo”: io non avrei niente da dire su questo. Un altro conto è dire “No, non c’è nessun obbligo, ma non puoi più andare all’università senza il Green Pass”», ha spiegato Barbero.

LEGGI ANCHE: La risposta di Gramellini a Barbero

L’appello dei docenti universitari contro l’obbligo del Green Pass in ateneo

Nell’appello, che ha raggiunto le 150 adesioni, si legge: «Molti tra noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate” per diversi motivi o “che hanno scelto di non essere vaccinate”».

La ministra dell’Università Maria Cristina Messa: «La libertà collettiva ha la prevalenza»

Maria Cristina Messa, ministra all’Università, ha replicato a Radio24: «Bisogna pensare agli altri in questo momento e non a se stessi. Capisco che uno possa pensare che questa sia una lesione della propria libertà individuale, ma esiste una libertà collettiva che ha prevalenza». E, ancora: «Il mondo dell’università è quello dove la dialettica è forse al suo massimo. Gli studiosi sono persone, hanno le loro opinioni e convinzioni che portano avanti, in genere, non tutti purtroppo ma la maggior parte, sulla base dello studio. Io li ascolto assolutamente perché credo serva sempre ascoltare, ma poi bisogna tenere ferma la barra e andare avanti».

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