In audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, Bankitalia ha bocciato alcune delle misure inserite nella manovra economica. Dalle iniziative in merito ai pagamenti alle modifiche della Flat Tax fino al rimodulamento del reddito di cittadinanza, sono diversi i punti su cui Fabrizio Balassone, capo servizio struttura economica, ha espresso criticità.
Bankitalia boccia la manovra del governo Meloni
Le prime norme contestate sono quelle relative ai pagamenti elettronici – in particolare al limite per l’accettazione di carte e bancomat – e all’innalzamento del tetto al contante: «I limiti all’uso del denaro liquido, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. Negli ultimi anni sono emersi studi che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa. C’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici ridurrebbe l’evasione fiscale».

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, Balassone lo ha definito come uno strumento che ha cambiato significativamente la struttura del welfare nel nostro paese: «Il sussidio, in questi anni, ha contribuito dapprima a contenere gli effetti negativi dell’epidemia di Covid e poi a sostenerne il potere d’acquisto, particolarmente colpito dal recente shock inflazionistico». Tuttavia, ha rilevato, la riforma complessiva annunciata dal governo potrebbe essere un’occasione per risolvere alcune ambiguità e rafforzare l’efficacia delle misure nel raggiungere le situazioni di bisogno.

Le critiche all’ampliamento della Flat Tax
Sul capitolo Flat Tax, la Banca d’Italia ha segnalato una discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi e tra sottoposti a regime forfettario ed esclusi. «In un periodo di inflazione elevata, la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’IRPEF comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo. L’ampliamento della platea dei contribuenti che accedono al regime forfetario restringe ulteriormente l’ambito di applicazione della progressività nel nostro sistema di imposizione personale sui redditi che, come noto, è garantita dall’IRPEF», ha dichiarato. La sussistenza di regimi fiscali eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori, ha concluso, pone inoltre un rilevante tema di equità orizzontale, con il rischio di trattare in modo ingiustificatamente dissimile individui con la stessa capacità contributiva.