Questa mattina, attorno alle 9.30, i carabinieri sono tornati nell’ex Hotel Astor, dove sabato scorso è scomparsa Kataleya, la bimba di 5 anni di cui non si hanno notizie da ormai sei giorni. Gli agenti in borghese sono entrati all’interno della struttura per effettuare dei controlli, terminati intorno alle 11.45. Poco dopo, in via Boccherini, sono arrivate altre due auto con i carabinieri. I quattro agenti hanno fatto il loro ingresso all’interno della struttura, per poi uscirne insieme a due donne. Come riportato da Repubblica, la prima donna è Lidia, romena e persona di riferimento all’interno della comunità che ha occupato lo stabile, mentre la seconda è Kata, capelli rossi e occhiali da sole sul volto, madre della bambina con cui Kataleya stava giocando poco prima di sparire. Le due donne sono state sentite in Procura come persone informate sui fatti.

La Procura ha sentito due donne sul caso della bimba scomparsa
La speranza è quella di conoscere quanti più dettagli possibili sulla sparizione della piccola Kataleya. In particolare l’interrogatorio delle due donne davanti ai pm dovrà servire a ricostruire esattamente gli orari della scomparsa e dell’ultima volta in cui la bimba è stata vista giocare in cortile. Kata, una delle due donne, alle 12.45, dopo essere stata sentita in Procura, è rientrata all’interno dell’ex Astor senza rilasciare dichiarazioni. Una ventina di minuti più tardi anche Lidia ha fatto rientro all’interno dell’ex Hotel Astor, accompagnata da due carabinieri in borghese. Dopo aver riportato le due donne dentro la struttura occupata, i militari dell’Arma sono rientrati al Palazzo di Giustizia. Attesa per questa sera alle 17, alla Chiesa del Preziosissimo Sangue di Via Boccherini, una messa per Kataleya.
Isolato il Dna della piccola
Nella giornata di ieri, anche i genitori di Kataleya sono stati sentiti a lungo in procura. Intanto la scientifica dei carabinieri ha prelevato, tra gli oggetti usati dalla bimba, sia uno spazzolino che un pettine, per poter isolare il Dna, al fine di poterlo usare per evenutali comparazioni. Le indagini sembrano dirigersi verso una vendetta maturata all’interno della lotta per il controllo del racket sulle camere dell’ex albergo occupato, che verrebbero cedute a 1.200 euro.