Emblema della Francia nel mondo, ogni giorno la baguette viene acquistata ogni giorno in patria da 12 milioni di consumatori. E, dunque, mangiata da molti di più. Il simbolo transalpino della panificazione è stato adesso inserito (con merito) tra i patrimoni immateriali dell’umanità dall’Unesco. L’organizzazione, che premia soprattutto le tradizioni da salvaguardare più che i prodotti stessi, ha riconosciuto l’artigianalità e la cultura che circonda questo alimento.
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New inscription on the #IntangibleHeritage List: Artisanal know-how and culture of baguette bread.
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— UNESCO 🏛️ #Education #Sciences #Culture 🇺🇳 (@UNESCO) November 30, 2022
L’endorsement di Macron e l’mportanza del riconoscimento
La scelta di presentare la candidatura della baguette era stata fatta nel 2021 dalla Francia, che l’aveva preferita addirittura ai tetti di zinco di Parigi e ai vini del Giura. Il presidente Emmanuel Macron aveva personalmente appoggiato la candidatura descrivendo la baguette come «250 grammi di magia e perfezione». Il riconoscimento dell’Unesco è particolarmente importante, visto che l’industrializzazione e il calo delle piccole imprese stanno mettendo a repentaglio il know-how della baguette, soprattutto nelle comunità rurali: mentre nel 1970 in Francia i panifici artigianali erano circa 55 mila (un forno ogni 790 abitanti), oggi ce ne sono 35 mila di oggi (uno ogni 2mila abitanti). Nell’ultimo mezzo secolo sono scomparsi in media circa 400 panifici all’anno.

La baguette è diventata davvero popolare in Francia dal 1920
La baguette classica è larga 5 o 6 cm e alta 3 o 4. Lunga circa 65 centimetri, ha un un peso di circa 250 grammi. Deriva dalle forme di pane nate a Vienna a metà Ottocento, con l’introduzione dei forni a vapore: diventò popolare in Francia a partire dal 1920, quando una legge vietò ai fornai di lavorare prima delle quattro, rendendo impossibile cucinare le tradizionali pagnotte rotonde in tempo per la colazione dei clienti. Simbolo della Francia, la baguette è dunque in realtà un prodotto relativamente recente, apparso poco più di cento anni fai a Parigi: un po’ come la Tour Eiffel, verrebbe da dire.

Non solo baguette: nella lista anche la festa dell’orso dei Pirenei
Sempre a proposito di Francia, l’Unesco ha inserito nella lista anche la Fête de l’Ours, che si tiene a conclusione dell’inverno in tre villaggi della catena montuosa dei Pirenei. Dopo un calo di popolarità, negli ultimi anni c’è stato un revival di questa curiosa festa, durante la quale i giovani si travestono da orsi e corrono per le strade nel tentativo di catturare i partecipanti, per celebrare la rinascita segnata dall’inizio della primavera.