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Bad Bunny, quanto pesano 10 miliardi di stream nel mercato discografico

Il 28enne rapper portoricano Bad Bunny è entrato nella storia della musica superando i 10 miliardi di stream col suo album. Numeri impressionanti, ma siamo nell’era Spotify: non sono dischi fisici. Ecco perché fare paragoni col passato è rischioso. E i commenti iperbolici vanno ridimensionati.

27 Novembre 2022 17:00 Michele Monina
Bad Bunny, quanto pesano 10 miliardi di stream nel mercato discografico

Un verano sin ti di Bad Bunny supera i 10 miliardi di stream, entrando, ci dicono le cronache, nella storia della musica leggera e, c’è chi strilla, nella leggenda. Bad Bunny è un artista portoricano, classe 1994, al suo quarto album. Alfiere di quello che viene chiamato urban latino, quel mix di suoni hip-hop, trap, pop e sonorità tipicamente centro e sudamericane che da noi si manifesta solitamente durante l’estate, nella sua deriva più tamarra, il reggaeton. Numeri incredibili, 10 miliari di stream, tanto più se si tiene conto del fatto che stiamo parlando di canzoni in lingua spagnola, che pur giocando con la contemporaneità non disdegnano flirt evidenti con la tradizione portoricana, in maniera non troppo differente da quanto in Europa, in Spagna nello specifico, sta facendo un’altra campionessa di vendite quale Rosalia, nel suo caso il mix è tra urban e flamenco. L’album in questione, trainato da ben otto singoli, come Moscow Mule o Callaita, è uscito poco più di sei mesi fa, andando a sbaraccare tutti i record precedenti, molti dei quali già in casa Bad Bunny, artista che ha costruito la sua posizione dominante con una tenacia e una professionalità davvero impressionanti.

Bad Bunny, quanto pesano 10 miliardi di stream nel mercato discografico
Il rapper Bad Bunny. (Getty)

Thriller di Michael Jackson 40 anni fa vendette 50 milioni di copie fisiche

Fin qui, direbbe la voce narrante di La Haine di Mathieu Kassovitz, tutto bene. E tutto bene sempre e comunque, quando si tratta del successo di un underdog, per dirla con Giorgia Meloni, un portoricano partito dal basso, figlio di un camionista e di una maestra. Benito Antonio Martinez Ocasio è nato e cresciuto a Vega Baja, mica a New York, continuando a rimanere in patria, impegni di lavoro permettendo e comunque esportando Porto Rico in tutto il mondo, tramite i suoni, i rimandi, le parole delle sue canzoni, la rivincita delle periferie, verrebbe da pensare, delle periferie dell’Impero. Solo che questi numeri pazzeschi, parliamo di 10 miliardi di stream, ripeto, sono numeri, appunto. Stream, non dischi fisici. Negli stessi giorni in cui si celebrano, e non potrebbe che essere così, i 40 anni di Thriller di Michael Jackson, album che coi suoi quasi 50 milioni di copie vendute, copie fisiche, di quelle che per comprartele, fossero vinili o audiocassette, ai tempi, poi anche cd, dovevi uscire di casa, andare in un negozio di dischi, tirare fuori i soldi dal portafogli e darli al negoziante, che in cambio ti metteva in mano l’oggetto disco, sembra roba da modernariato ma la discografia si chiama ancora così proprio perché si è retta e ancora si regge sui dischi, quelli del passato, leggere le parole iperboliche spese per Bad Bunny lascia perplessi.

Analizziamo i dati, dando certo a Cesare quel che è di Cesare, ma provando a essere concreti. Un album oggi, in tempi di Spotify e piattaforme di streaming, i cd praticamente introvabili, negli Stati Uniti si conteggia con 1.500 stream. In Italia, dove evidentemente la Fimi pensa siamo più di bocca buona, con 1.300. Parliamo ovviamente di stream fatti con abbonamenti a pagamento, quei quattro spicci che costa un abbonamento (sempre che non sia craccato), quelli gratis non si conteggiano. Quindi 1.500 stream equivalgono a un album. Dieci miliardi di stream equivalgono, album più album meno, a circa 66 milioni e 700 mila album, e ci stiamo tenendo larghi. Roba da smascellare neanche fossimo in uno di quei tanto temuti e vituperati rave.

Il progresso è progresso, ma siamo sicuri che sia sensato fare certi ragionamenti?

Tantissimi, intendiamoci, e tantissimi in poco più di sei mesi e tenendo conto che parliamo sempre di un lavoro in lingua spagnola. Li guardi e pensi che i record di una Adele, che ai tempi di 25 superò in poche settimane i sette milioni di copie vendute, sempre fisiche o download, quindi sempre con esborso di soldi, sembrano bruscolini. Ma siamo sicuri che sia sensato dire che a oggi, in poco più di sei mesi, 66 milioni, quasi 67 milioni di persone hanno comprato il disco di Bad Bunny? Certo, oggi le cose funzionano così, lo stream viene considerato uno scambio economico, anche se con l’abbonamento mensile a Spotify a meno di 10 dollari ti puoi ascoltare ininterrottamente musica, 24 ore su 24, mentre per comprarti un album fisico, sempre oggi, sempre se riesci a trovarlo da qualche parte, ne devi sborsare almeno 20. Un po’ come dire che chi si è fatto la traversata a cavallo degli Stati Uniti ha visto il proprio record battuto da chi se l’è fatta a bordo di una macchina, a sua volta battuto da chi ha usato il treno e poi da chi ha usato l’aereo.

Il progresso è progresso, ma forse sarebbe il caso di smetterla di parlare di vendita e iniziare a parlare d’altro. Certo, i 10 miliardi restano tali, e ci mancherebbe pure altro, numeri pazzeschi che, almeno a quei livelli, fruttano anche denari, al momento in tasca a Bad Bunny, solo per Un verano sin ti sono entrati circa 75 milioni di dollari, molti meno che se fossero album venduti su supporti fisici, è facile da capire, ogni stream equivale circa a 0,0074 centesimi, ma comunque cifre pazzesche, si capisce però come il mercato discografico sia totalmente cambiato. Di tutta questa vicenda resta una piccola morale, d’estate, infastiditi dall’ennesimo reggaeton che esce cafone da un chiringuito in spiaggia, magari mentre qualcuno fa zumba in riva al mare, penseremo che è musica orribile, poco raffinata, buona giusto per sudare sguaiatamente, pensiamo che magari è uno dei brani contenuti in Un verano sin ti, traducibile per altro come “Una estate senza te”, e che mentre il nostro fastidio non riusciremo a cacciarlo neanche esistesse un Autan repellente per la musica dozzinale, Bad Bunny caccerà il suo sventolando a ritmo di mambo, proprio come fosse un mosquito.

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