Resa famosa negli Anni 90 da girl band come Spice Girls e All Saints e da personaggi televisivi diventati intramontabili icone di stile come Monica e Rachel di Friends, la ‘baby tee’, la t-shirt striminzita che, colorata e arricchita da loghi o slogan, lascia completamente scoperta la pancia, è ritornata a essere grande protagonista degli outfit di personaggi famosi e ragazze comuni.
Perché la ‘baby tee’ è ritornata sulle scene
Come accaduto per numerosi altri must have del look dei Nineties (dai pantaloni a vita alta alle minigonne a quadri, fino alle cinture gioiello), il merito del revival va attribuito ai social. Dove, negli ultimi mesi, hanno iniziato a ritagliarsi sempre più spazio immagini e video di celebrità con indosso il crop top declinato in una infinita varietà di abbinamenti. Tra le fan più accanite spiccano la top model Hailey Baldwin e le popstar Olivia Rodrigo e Charli XCX che, assieme al cast del pluripremiato teen drama americano Euphoria e all’it girl per eccellenza Chiara Ferragni (che ne ha sfoggiato una versione crochet senza maniche), hanno contribuito a restituire la visibilità perduta a uno dei pezzi forti del trend Y2K, rendendolo mainstream e facendolo conoscere anche a chi, per questioni anagrafiche, non lo aveva mai sperimentato.

Il successo del revival tra brand e piattaforme di reselling
Fiutando l’occasione perfetta per ritornare alla ribalta, sono stati altrettanto numerosi i brand di streetwear e haute couture che hanno deciso di reinserirla nelle loro ultime collezioni: da Fiorucci, che ha riassortito la storica baby tee con gli angeli, a Urban Outfitters ed Haven by Marc Jacobs, fino a Weekday e Praying. Un’intuizione perspicace che, a giudicare dai dati raccolti sulle piattaforme di e-commerce e rivendita, pare averli ricompensati alla grande, con un picco di ricerche su Depop che, soltanto ad aprile 2021, è incrementato del 309 per cento rispetto allo scorso anno.

«Da gennaio 2022 in poi, abbiamo osservato una costante crescita dell’11 per cento negli acquisti e nelle richieste dell’articolo, segno tangibile di come, con l’avvicinarsi dell’estate, le fashion victim abbiano cercato di accaparrarsene almeno una da utilizzare come passepartout», ha spiegato al Guardian Augustina Panzoni, manager di Depop, «un fenomeno che abbiamo riscontrato soprattutto nel caso della t-shirt con l’orsacchiotto di Marc Jacobs, un design particolarmente popolare».
Un mix di comfort e nostalgia
Le ragioni che spiegherebbero in maniera più o meno razionale il senso di questa seconda vita sono molteplici. A detta di Jade Wickes, redattrice di The Face, la maglia rappresenta «la quintessenza dell’abbigliamento comodo». Un’approccio alla moda che risente dell’influenza di tute e pigiami indossati quasi ventiquattro ore al giorno durante la pandemia. «La componente principale, però, rimane sicuramente il fascino per un’estetica vintage che, oltre a quella dei Novanta, guarda con nostalgia anche al dress code delle skater, con t-shirt abbinate a calzoni larghi e l’ombelico sempre in vista», ha osservato la giornalista.

«O a quello delle vip che, in quell’annata, non avevano paura di lasciare una o due dita di addome in bella vista nei videoclip delle hit del momento o, addirittura, in contesti più formali come un tappeto rosso». Una tendenza che, negli anni successivi, le maison avrebbero rispedito al mittente, guardandola con sdegno, fino ad appropriarsene nel 2022. È il caso di Miu Miu che, in passerella, ha fatto sfilare un assortimento di mini cardigan ad altezza costole che ha conquistato blogger e influencer di tutto il mondo.
obsessed with the cropped layering in miu miu ss22 pic.twitter.com/tRRdPCSgvB
— chrissy (@ohmygaultier) October 5, 2021
Fluide, ironiche e glamour: la carica delle nuove ‘baby tee’
Rispetto agli Anni 90, però, molte cose sono cambiate. Prima di tutto, soprattutto nelle sfilate ma anche tra le strade delle metropoli, la baby tee non è più prerogativa di una sola tipologia di fisico. «Questa volta, viene riproposta nel segno dell’inclusività. Come un elemento fluido, che strizza l’occhio a qualsiasi genere e a qualsiasi taglia», ha aggiunto Panzoni. In secondo luogo, i motti che, un tempo, campeggiavano sul fronte e venivano dati spesso per scontati, oggi vengono considerati dagli esperti uno strumento utile per prendere una posizione o lanciare simpaticamente una provocazione.

«Questa è sempre stata una delle loro caratteristiche più interessanti», ha sottolineato Wickes, «lasciar trasparire la personalità di chi le indossa attraverso parole o frasi giocose». Come quelle dei modelli firmati Vanna Youngstein, ironiche, irriverenti e cool al punto giusto da centrare il senso di un recupero che riesce a mescolare alla perfezione echi nostalgici e spunti moderni e nuovi: «Il bello di questo trend è che non affonda le sue radici solo ed esclusivamente in un gusto rétro», ha concluso Panzoni, «ma riesce a trovare il giusto compromesso tra passato e presente, prendendo gli elementi più interessanti dei due contesti e fondendoli in un tutt’uno che funziona».