Quello di Roman Abramovich, l’oligarca russo proprietario del Chelsea presente ai negoziati tra Mosca e Kiev, non è l’unico caso di presunto avvelenamento perpetrato dai russi, che hanno alle spalle una tradizione di attacchi con sistemi “non ortodossi” per eliminare gli avversari o ottenere altri scopi: vediamo quali sono i principali casi della storia.
Avvelenamenti russi: tutti i casi della storia
Dai nazionalisti di estrema destra ucraini eliminati negli anni Cinquanta all’ex agente Litvinenko assassinato con il polonio, sono infatti diversi gli episodi in cui si sospettano avvelenamenti russi. Tra questi vi sono anche quello del politico ucraino Viktor Yuschchenko, intossicato con la diossina, l’attentato per far fuori Sergei Skripal in Gran Bretagna e il caso dell’oppositore di Putin Alexei Navalny.
Aleksandr Val’terovič Litvinenko
Agente dei servizi segreti russi e successivamente dissidente, Aleksandr Val’terovič Litvinenko aveva una posizione molto critica nei confronti del potere russo e in particolare verso il presidente Vladimir Putin. Dopo aver accusato pubblicamente i suoi superiori di aver organizzato un piano per assassinare il milionario Boris Abramovič Berezovskij, poi trovato morto nella sua residenza londinese in circostanze non chiarite, ed essere stato accusato a sua volta di aver maltrattato un arrestato durante un interrogatorio (venne poi rilasciato per mancanza di prove), nei primi anni Duemila andò in esilio in Regno Unito.
Il 23 novembre 2006 l’uomo è morto a causa di un avvelenamento da radiazione da polonio-210, un isotopo radioattivo del polonio del quale sono state trovate tracce in diversi locali nei quali egli si trovava prima del ricovero (e che, a quanto pare, sarebbero state messe dai russi). Prima di morire ha accusato pubblicamente Putin di essere il responsabile del suo avvelenamento nonché il mandante dell’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja.
Viktor Andrijovyč Juščenko
Politico ucraino e presidente dell’Ucraina dal 2005 al 2010, l’anno prima di venire eletto iniziò a soffrire di una misteriosa patologia che gli causò gonfiore al volto ed eruzione cutanea con eritema ed eczema molto evidenti. Segnali, secondo il tossicologo britannico John Henry dell’St Mary’s Hospital di Londra, che erano stati causati da cloracne, risultato di avvelenamento per diossina (nel suo sangue vennero infatti trovate tracce di diossina in quantità 6 mila volte superiori alla normalità).
Secondo la testimonianza diretta del politico, l’avvelenamento si sarebbe verificato per ingestione durante una cena con i servizi di sicurezza ucraini (l’ultima portata, a differenza delle altre, venne servita in monoporzioni). Dopo l’identificazione del particolare tipo di diossina impiegato, il suo staff inviò una richiesta ai quattro laboratori al mondo in grado di produrlo per verificarne l’effettiva provenienza e ricevette riscontri da tutti i laboratori tranne che da quello moscovita. Nel suo caso, l’esito dell’avvelenamento non fu letale.
Sergei Skripal
Ex agente segreto sovietico naturalizzato britannico, ex-collaboratore del GRU (Servizio informazioni delle forze armate russe) e colonnello, nel 2006 è stato condannato dalla Russia per alto tradimento a seguito di attività di spionaggio a favore dei servizi segreti britannici ed è stato privato del grado militare. Il 4 marzo del 2018, lui e la figlia Julija sono sopravvissuti ad un avvelenamento doloso da gas nervino che, secondo il governo britannico, ha un’alta probabilità di essere stato perpetrato da Mosca.
I due erano stati trovati svenuti su una panchina nei pressi di un centro commerciale di Salisbury senza apparenti lesioni fisiche. Immediatamente ricoverati nell’ospedale della città, erano andati in coma.
Alexei Navalny
Con un agente nervino è stato avvelenato anche Alexei Navalny, uno dei principali oppositori del presidente Putin. Il 20 agosto 2020, mentre era in volo da Tomsk a Mosca, perse conoscenza e venne ricoverato in ospedale in coma. Su pressione di Francia e Germania, venne trasportato a Berlino due giorni dove gli venne salvata la vita. Una volta guarito, è tornato in Russia dove è stato arrestato per violazione della libertà vigilata e dove è stato condannato ad altri nove anni di reclusione.