Influenza aviaria, negli Usa misure drastiche per abbattere gli uccelli
Gli allevatori americani chiedono misure drastiche contro l'influenza aviaria. Per abbattere gli uccelli infetti si pensa a colpi di calore per stop alla ventilazione.
Con oltre 49 milioni di uccelli abbattuti o infetti, anche gli Usa sono nella morsa dell’influenza aviaria. Di fronte a un virus sempre più difficile da contenere, gli allevatori iniziano a fare pressioni per adottare metodi tanto drastici quando crudeli nei confronti degli animali. Negli Stati Uniti è infatti possibile uccidere i volatili contagiati per colpo di calore indotto dallo stop alla ventilazione, ma solo con un permesso ufficiale. L’obiettivo è abolire tale richiesta burocratica e rendere la misura più comune, così da velocizzare la risposta alla malattia e migliorarne il contenimento. «Sarebbe come cuocere gli animali vivi», hanno detto al Guardian le associazioni ambientaliste. «Non dovrebbe mai essere utilizzato».
LEGGI ANCHE: Influenza aviaria, picchi di casi: abbattuti oltre 47 milioni di uccelli in Europa
In cosa consiste la misura drastica che gli allevatori vogliono usare per l’influenza aviaria
Prima di analizzare la questione, occorre ricordare le procedure da seguire in caso di contagi da influenza aviaria in un allevamento. Dopo la conferma di un focolaio, i produttori devono abbattere non soltanto gli uccelli infetti, ma anche tutti gli esemplari che hanno avuto contatti stretti. Sarà poi il governo a risarcirli per le perdite. Per l’abbattimento, solitamente di ricorre ad avvelenamento da CO₂ o schiuma antincendio che soffoca i volatili. Eppure sembra che potrebbe non bastare, tanto da spingere gli allevatori a chiedere di più. La misura in questione si chiama Vsd+ (Ventilation Shutdown Plus) e consiste, come suggerisce il termine inglese, in un arresto della ventilazione. Si va così ad innalzare le temperature per circa tre ore, inducendo gli animali come il pollame al colpo di calore.

A oggi negli Stati Uniti si tratta dell’ultima risorsa, da prendere in considerazione per impossibilità delle altre due alternative. Non solo, per attuarla è necessario chiedere uno speciale permesso che ne attesti la massima necessità. «Si tratta sostanzialmente di cucinare vivi gli animali», affermano gli ambientalisti. I produttori però affermano come la carenza di anidride carbonica e la difficile reperibilità della schiuma stiano rallentando l’abbattimento e dunque facilitando la diffusione dell’influenza aviaria. Per questo la National Association of State Departments of Agriculture (Nasda) che rappresenta a livello statale le aziende agricole, ha chiesto infatti al Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa (Usda) di consentire il ricorso a VSD+ senza richiedere l’approvazione. «Vogliono questa procedura perché più semplice ed economica», hanno risposto gli ambientalisti.
LEGGI ANCHE: Influenza aviaria, in Cina il primo caso sull’uomo: rischi e sintomi
È scontro fra gli ambientalisti e gli allevatori americani
«L’epidemia di influenza aviaria rappresenta un problema globale, eppure solo gli Usa hanno messo da parte l’etica», ha detto al Guardian Dena Jones, fra i vertici di Animal Welfare Institute. Sulla stessa lunghezza d’onda anche James Reynolds, veterinario e docente alla Western University of Health Sciences che parla di «atto irragionevole e scientificamente infondato». Immediata la giustificazione della Nasda, che chiede di «considerare i singoli casi delle varie regioni e aziende» prima di guardare alle procedure di risposta. A peggiorare le cose, il caldo estivo dei mesi scorsi non ha rallentato il contagio, diversamente da quanto ci si aspettava.
LEGGI ANCHE: Influenza aviaria, allarme in Israele per la morte di 5 mila gru