In Cina le autorità sanitarie hanno confermato la prima infezione di un essere umano con il ceppo H3N8 dell’influenza aviaria. Secondo gli esperti, tuttavia, c’è un basso rischio di trasmissione tra le persone.
Primo caso di influenza aviaria negli umani con il ceppo H3N8
Le autorità cinesi hanno confermato la prima infezione di un essere umano con il ceppo H3N8 dell’influenza aviaria. Nel 2003, infatti, erano già stati rilevati dei casi in Olanda di influenza aviaria negli umani, ma di infezione da ceppo H7N7. Allora i contagiati avevano riportato lievi sintomi.
Questa volta ad essere contagiato è stato un bambino di quattro anni della provincia di Henan, nella Cina centrale, che lo scorso 5 aprile era stato ricoverato con febbre e altri sintomi. Secondo una nota la famiglia del piccolo allevava polli in casa e viveva in una zona popolata da anatre selvatiche.

Il bambino ha contratto il virus direttamente dagli uccelli e il ceppo secondo le autorità non ha “la capacità di infettare efficacemente gli esseri umani”. Inoltre, visto che il caso del bambino è stato una “trasmissione incrociata di una sola specie il rischio di infezione su larga scala è basso“.
L’influenza aviaria
L’H3N8 è noto per essere in circolazione dal 2002, dopo essere emerso per la prima volta negli uccelli acquatici del Nord America. Finora il virus ha infettato per lo più cavalli, cani e foche.
Le autorità hanno poi avvisato la popolazione di stare comunque lontano dagli uccelli morti o malati e di cercare un trattamento immediato per la febbre o i sintomi respiratori. L’influenza aviaria si verifica principalmente negli uccelli selvatici e nel pollame. I casi di trasmissione tra esseri umani sono estremamente rari. I ceppi H5N1 e H7N9 dell’influenza aviaria, individuati rispettivamente nel 1997 e nel 2013, sono stati responsabili della maggior parte dei casi di malattia umana da influenza aviaria, secondo gli US Centers for Disease Control.

L’uomo può infettarsi con il virus dell’influenza aviaria a seguito di contatti diretti con animali infetti (vivi o morti) e/o loro escrezioni (in particolare con le feci e gli oggetti o superfici contaminate da queste). Non c’è alcun rischio di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova. Nella maggior parte dei casi il virus provoca nell’uomo esclusivamente una congiuntivite, ma in alcuni casi sono stati osservati anche lievi sintomi simil-influenzali (es. febbre, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola, tosse) o congiuntivite associata a questi ultimi.