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Autostrade, l’Italia rischia una procedura d’infrazione dall’Ue

Il nodo è la proroga delle concessioni per l’autostrada tirrenica. La sentenza della Corte Ue non è mai stata eseguita, ora si rischia una multa

23 Settembre 2021 18:36 Redazione

L’Italia ha due mesi di tempo per cercare di evitare un ricorso della Commissione alla Corte di Giustizia dell’Ue, a causa della proroga, decisa dallo Stato senza gara d’appalto, di una concessione autostradale alla Società Autostrada Tirrenica. Il ricorso riguarderebbe la mancata esecuzione di una sentenza della Corte Ue del 2019, e potrebbe includere anche la richiesta di imporre all’Italia una multa forfettaria e sanzioni pecuniarie da pagare fino alla fine della situazione di infrazione.

La proroga della concessione

La proroga della concessione è stata accordata nel 2009, per il periodo dal 31 ottobre 2028 al 31 dicembre 2046, per la tratta Livorno-Cecina dell’autostrada A12 Livorno-Civitavecchia. Nel 2014, la Commissione aveva iniziato una procedura d’infrazione contro l’Italia per violazione della direttiva 2004/18/CE (articoli 2 e 58), del 31 marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi, come modificata dal regolamento (CE) n. 1422/2007 della Commissione, del 4 dicembre 2007. In sostanza, la Commissione affermava che la proroga è equivalente a un nuovo contratto di concessione, e quindi può essere aggiudicata solo mediante gara d’appalto.

La sentenza della Corte europea di Giustizia

La Corte europea di Giustizia, con sentenza del 18 settembre 2019, aveva dato ragione alla Commissione e condannato l’Italia. Oggi, due anni dopo, la Commissione ha deciso l’invio di una lettera di messa in mora all’Italia dopo aver constatato che la sentenza, apparentemente, non è stata eseguita.

Due mesi di tempo

L’Italia ha ora due mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione. In mancanza di una risposta soddisfacente, l’Esecutivo comunitario potrà decidere direttamente di deferire l’Italia alla Corte europea di giustizia per mancata esecuzione della sentenza del 2019. La Commissione, secondo l’articolo 260 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, potrà anche chiedere una multa forfettaria e delle sanzioni pecuniarie, proporzionali alla gravità e durata dell’infrazione, che l’Italia dovrà continuare a pagare fino a quando non si sarà messa in regola.

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