Stefano Iannaccone. Irpino di nascita, classe '81, giornalista e scrittore. Mi aggiro per i Palazzi istituzionali, in particolare Montecitorio. Quindi, le inchieste sugli sprechi, la politica in ogni sua sfaccettatura sono alla base del mio lavoro. Ma il mio sogno è di seguire, da inviato, un Giro d'Italia. Finora (spero che ce ne siano altri) ho scritto cinque libri. L'ultimo è un romanzo, intitolato, Piovono bombe (edito da Les Flâneurs).
Inizio in salita per il nuovo Parlamento. A Montecitorio dopo il taglio degli eletti non sono stati aggiornati i regolamenti interni. E così tra commissioni permanenti e bicamerali il pasticcio è dietro l'angolo.
Non solo Sgarbi e Veneziani. Da Croppi a Finazzer Flory, da Bruno Guerri a Sylos Labini e Barbareschi, fino al regista caro al Carroccio Martinelli e la direttrice Venezi: chi sono gli intellettuali vicini alla destra.
Renzi vuole che il Terzo polo dialoghi con la futura premier Giorgia, a partire da nucleare e riforme costituzionali. L'altro obiettivo è affossare il Partito democratico, rendendolo irrilevante come i socialisti francesi. E magari fregandogli qualche esponente, tipo Marcucci.
Per la prima volta dall’ondata dei Fridays for Future, buona performance per il partito ambientalista di Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. Col 3,6 per cento ha ottenuto il massimo risultato dalle Europee 1989. Il paragone con gli altri Paesi è ancora arduo. Ma l'alleanza con Sinistra italiana ha funzionato.
Su Di Maio fuori dal parlamento si sprecano i meme. E c'è già chi lo immagina conferenziere alla Renzi. Ma cosa farà chi lo ha seguito in Impegno civico? Da Azzolina preside a Ruocco alle Entrate fino a Di Stefano informatico, il futuro degli scissionisti dopo il palazzo.
Rispetto a cinque anni fa Salvini ha dimezzato i voti. Non c'è più il Carroccio di Bossi: ormai pure il legame col Settentrione è svanito. Zaia e Fedriga pronti a presentare il conto, anche se nelle loro Regioni ha stravinto la Meloni. E il Capitano punta il dito contro Giorgetti. Il redde rationem nella Lega.
Schifani, usato sicuro del centrodestra in continuità con Musumeci. L'incognita di Cateno De Luca. Ma soprattutto il derby tra il M5s e il Pd pronto a una resa dei conti interna post elettorale. Gli echi nazionali sulle Regionali dell'Isola.
Dal duello evitato tra Calenda e Acerbo ai piedoni di Giorgia Meloni, fino alla carta intestata della Camera usata dal forzista Giacomoni per la sua propaganda elettorale e le vasche e i cuoricini neri di Carlotta Chiaraluce di CasaPound: il bestiario della campagna elettorale.
Mentre Meloni si prepara a essere la prima donna a Palazzo Chigi, nello schieramento opposto sta emergendo un team rosa capitanato da Elly Schlein. Da Rossella Muroni a Marta Bonafoni, chi sono le 'rivoluzionarie' del centrosinistra.
Federer dice basta. Addio al simbolo dello stile che predomina sulla potenza, la racchetta come un pennello su un quadro. Talento maturato nel tempo, ha vissuto uno splendido dualismo con Rafa Nadal. Resterà irraggiungibile nell’olimpo del tennis.
Salvini insiste per lo scostamento di bilancio, Meloni frena e lo attacca: «Più polemico con me che con gli avversari». Lui sogna il ritorno al Viminale, lei non scioglie le riserve. Lui spinge per l'autonomia differenziata, lei per il presidenzialismo. E anche sulle sanzioni alla Russia non vanno d'accordo. I temi che allontanano i due alleati.
Letta si tuffa negli Anni 80 con Life is life. Calenda insiste con gli AC/DC. Meloni tenta di scippare alla sinistra Rino Gaetano. I Verdi scelgono Greta Thunberg-lo stomaco di Marracash e Cosmo. Le sound track scelte dai partiti per la corsa elettorale.