Grana natalizia per Bonomi. Gubitosi, l'ad di Tim appena sfiduciato, è anche vice presidente di Confindustria in rappresentanza del colosso telefonico. Che ora pretenderà di cambiarlo. Che farà il numero uno di viale dell'Astronomia?
Luigi Gubitosi non è più alla guida, ma è rimasto nel cda dove può contare su due fedelissimi in posizione chiave: Ferro Luzzi e Boccardelli. Intanto il governo dialoga con Vivendi indebolendo le mire d Kkr sull'ex monopolista.
Luigi Gubitosi si è dimesso da ad e direttore generale di Tim, ma resta consigliere. Le sue deleghe divise tra Labriola, nuovo dg, e il presidente Rossi.
Quella di Tim oltre a essere finanziaria è una partita di politica internazionale che si gioca sull’asse Francia-Italia. Un piano di Macron, Bolloré e Sarkozy, di cui Draghi è a conoscenza. E in cui entra anche la pedina Zemmour.
Lo scontento di Vivendi. I rapporti di Gubitosi con Kkr. Lo scoop di Repubblica e la risposta del Corriere sulla manifestazione di interesse americana. Tutti i retroscena di una guerra appena cominciata. E che farà rotolare molte teste.
Bruxelles vuole un robusto aumento di capitale e il cambio al vertice. Il Mef getta acqua sul fuoco e temporeggia, ma per Montepaschi i numeri della gestione e il confronto con le altre banche sono impietosi.
Non solo Fassino e Mogherini. Per la poltrona di segretario dell'Alleanza Atlantica che si libererà nel 2022, per l'Italia si fa strada sotto traccia anche la candidatura di Lorenzo Guerini, attuale ministro della Difesa, molto gradito ai militari.
Qualcuno credeva che ormai facesse il pensionato. Ma il braccio destro di Berlusconi si vede spessissimo con Draghi. Che gli chiede consigli, gli affida messaggi, si serve delle sue note capacità di mediazione.
Partito da outsider, il leader di Azione ha guadagnato posizioni nella corsa al Campidoglio. Ora in molti sondaggi è secondo, e sicuro vincente al ballottaggio. Un cruccio non da poco per i suoi avversari. Specie per il Pd che non lo ha voluto preferendogli Gualtieri.
Il ministro del Lavoro grato a Carlo Bonomi. I reiterati attacchi che gli ha mosso il presidente di Confindustria su Green Pass e delocalizzazione hanno aumentato la sua popolarità.
Il nome di Fabrizio Palermo circolava per la guida di Aspi o di Borsa Italiana. Ma lo scetticismo di Palazzo Chigi sull'ipotesi è diventato un veto dopo che l'ex ad di Cdp ha cercato i buoni uffici della presidente di Fratelli d'Italia.
L'aria svizzera lo ha stancato. E ora il numero uno del gruppo Zurich vuole cambiare e punta a Generali. Ma il suo nome non è nella lista di Del Vecchio e Caltagirone.