Finfluencer, in Australia rischia il carcere chi offre sui social consulenze finanziarie
L'espressione definisce quanti offrono sui social consulenze finanziarie, mettendo a rischio i risparmi degli utenti. La stretta del governo australiano imporrà loro di attenersi a rigide regole che se violate potranno costare anche il carcere.
L’Australia mette in guardia i ‘finfluencer’, i content creator specializzati in prodotti finanziari. Qualche giorno fa, infatti, l’Australian Securities and Investments Commission (ASIC) ha pubblicato un nuovo vademecum di regole a cui i content creator specializzati in divulgazione finanziaria devono necessariamente attenersi per evitare di finire in carcere.
Finfluencer, ecco il vademecum per non finire in galera dando consigli finanziari
Secondo un recente sondaggio dell’ASIC, soltanto nel 2021 più del 33 per cento degli utenti d’età compresa tra i 18 e i 21 anni ha fatto affidamento sulle indicazioni offerte dagli influencer della finanza e, nello specifico, oltre il 64 per cento dei giovani australiani ha stravolto la gestione del proprio portafoglio in base a diktat e accorgimenti recuperati tra post e storie pubblicate su Instagram. Vere e proprie consulenze per le quali, in realtà, servirebbe una licenza professionalizzante. «Non è un optional, è un obbligo per i blogger e gli influencer che discutono di materia finanziaria rispettare alla lettera queste norme», ha specificato alla BBC Cathie Armour, commissario dell’ASIC, «in caso di violazioni, rischiano fino a cinque anni di reclusione e, in secondo luogo, mettono in una posizione di grave pericolo gli investitori che li reputano punti di riferimento».
ASIC issues information for social media influencers and licensees https://t.co/yhanAXDdTX
— ASIC Media (@asicmedia) March 20, 2022
Per parte loro, i diretti interessati hanno reso nota l’intenzione di impegnarsi a rimanere nei ranghi, seguendo con attenzione le misure previste per non mettere a repentaglio quello che è ormai diventato a tutti gli effetti un lavoro. Come nel caso di Aleks Nikolic (@brokegirlwealth) che, da tempo, pubblica sui suoi account Instagram, Twitter e TikTok schemi e suggerimenti sugli investimenti finanziari. «Penso che questo regolamento sia molto utile», ha dichiarato al Guardian. «Mi sono sembrati commi chiari e ben definiti, come mai prima d’ora. Ovviamente, nel momento in cui si informeranno per bene, tutti si affretteranno a diventare ligi al dovere e ad abbandonare le cattive abitudini in cui si sono adagiati, ed è un bene perché, in sostanza, è proprio questo il punto del provvedimento».
https://www.instagram.com/p/CV6OXuWBr89/
Come è organizzato il vademecum che regolamenta i finfluencer
All’interno del documento, oltre alle prescrizioni da osservare, c’è una sezione dedicata alle fake news e alla disinformazione, da cui tenersi alla larga per non incorrere in punizioni particolarmente severe, e una raccolta di frasi e discorsi da evitare perché considerati pareri finanziari. Ad esempio, «condividerò con voi cinque azioni a lungo termine che dovreste acquistare e maneggiare perché assicurano buoni risultati» è un inciso da mettere da parte perché il discorso richiede competenze che un influencer non possiede. Al contrario, consigli come «potrete risparmiare ogni settimana se, a lavoro, deciderete di portare il pranzo al sacco invece di mangiare al ristorante» risultano innocui, riguardano semplicemente la gestione del budget familiare e non hanno nulla a che vedere con titoli e movimenti di grosse somme di denaro. Infine, severamente vietato anche condividere link e pagine affiliate che portano i follower sui profili o sulle pagine di broker online.

Anche Regno Unito e Spagna mettono in guardia gli influencer e proteggono gli investitori
La stretta sui ‘finfluencer’ è soltanto l’ennesimo tassello di una strategia che pare accomunare più paesi. A febbraio di quest’anno, infatti, anche la Financial Conduct Authority (FCA), l’ente di regolamentazione finanziaria del Regno Unito, ha esortato gli influencer ad approcciarsi con estrema cautela a un discorso così spinoso come quello relativo alla commercializzazione dei prodotti finanziari. «L’utilizzo che diverse società hanno fatto e continuano a fare di note personalità del web per lo smercio degli investimenti è diventato un serio motivo di preoccupazione per tutti noi», ha affermato l’FCA, «le aziende dovrebbero consultare un legale e comprendere le proprie responsabilità prima di adottare metodologie di business così sprovvedute».
For our #IFA clients in particular –#FCA has told an #investment platform to remove all paid-for social media influencer posts after its use of an influencer for the company suggested consumers in debt could use the platform to make money. https://t.co/79jiAEUVkz#financial
— ITSOLMS (@Itsolms) February 10, 2022
Ad allarmare gli organi di controllo è stato soprattutto il settore delle criptovalute, per il presidente della FCA Charles Randell un mercato che, anche a causa delle webstar, avrebbe alimentato «una delirante corsa alla ricchezza mordi e fuggi». Situazione che, a gennaio, ha reso necessaria la presentazione di nuove proposte di legge per aggirare la propaganda ingannevole, sottoponendo bitcoin e simili alle stesse regole valide per tutti gli altri asset finanziari. Una decisione virtuosa presa come riferimento anche dalla Commissione Nazionale del Mercato dei Valori spagnola, che ha deciso di muoversi esattamente nella stessa direzione.
