Anche nell’universo si possono riciclare i rifiuti. Aziende di Giappone, Stati Uniti e Australia sono al lavoro per convertire i detriti spaziali in carburante per razzi a loro volta da lanciare in orbita. Obiettivo principale, come ricorda il Guardian, è liberare l’orbita terrestre e mettere al sicuro le stazioni e gli astronauti che vi lavorano.
L’effetto Kessler e le iniziative di riciclo dei vari Paesi
Satelliti, razzi e detriti di vecchi shuttle. Lo spazio è pieno di immondizia capace di viaggiare anche a 28 mila chilometri orari. A tali velocità, piccole viti o persino macchie di vernice rappresentano un pericolo per le comunicazioni e le stazioni, tra cui l’ISS. Lo scenario peggiore è la sindrome di Kessler, l’aumento del volume dei detriti a seguito delle continue collisioni, tanto da rendere inutilizzabili le orbite satellitari. Ecco perché si è fatta pressante la necessità di agire subito. La società australiana Neumann Space ha avviato un «programma di propulsione elettrica nello spazio», ottimale per spostare i satelliti e deorbitare i detriti. Ora, con l’aiuto di tre società internazionali, è al lavoro per ricavarci addirittura del combustibile.
La startup giapponese Astroscale si sta occupando delle tecniche di cattura dei detriti, mentre l’americana Nanorocks utilizza la robotica avanzata per immagazzinare e tagliare la spazzatura mentre è ancora in orbita. Un’altra azienda statunitense, Cislunar, sta sviluppando una fonderia spaziale per lo smaltimento e la conversione dei rottami in barre di metallo, utili al sistema di propulsione di Neumann per spostare gli oggetti in orbita.
We also need really good #space traffic management and space situational awareness. @astroscale_HQ could be at risk from debris after recent events. We need to develop the technology, capabilities and norms to keep space safe now and in the future.
— Astroscale (@astroscale_HQ) November 18, 2021
«Inizialmente credevamo si trattasse di un piano futuristico», ha detto al Guardian Herve Astier, ad di Neumann. «Grazie a una sovvenzione della Nasa però abbiamo realizzato un prototipo funzionante. È come sviluppare una stazione di servizio nello spazio».
Vele di trascinamento e radar di sorveglianza nello spazio, le altre iniziative
Intanto il problema dei detriti continua a peggiorare. La scorsa settimana, la Russia ha distrutto uno dei suoi satelliti, facendo volare rottami ovunque e scatenando la rabbia degli Stati Uniti, che hanno parlato di «minaccia per gli interessi di tutte le nazioni». Intanto, per pulire lo spazio, diverse società stanno testando sistemi di raccolta e sorveglianza. Sabre Astronautics, grazie a fondi della Nasa, sta costruendo una vela di trascinamento che, lanciata da un veicolo spaziale a fine vita, servirà per trascinarlo fuori orbita.
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L’australiana Electro Optic Systems, in collaborazione con l’Università di Canberra, ha invece progettato una tecnologia laser in grado di spingere la spazzatura lontano da potenziali collisioni o verso l’atmosfera affinché si disintegri. L’Australian Institute of Machine Learning è al lavoro per migliorare il rilevamento e il tracciamento dei detriti con un nuovo radar di sorveglianza. E infine, nel 2025 la startup svizzera Clear Space, con l’aiuto dell’Esa, intende lanciare una sonda in grado di raccogliere i rottami con due bracci robotici.