Tra incursioni aeree, le parole di fuoco su Taiwan e i continui botta e risposta sulla Russia, la Cina sta diventando sempre più l’ago della bilancia delle tensioni asiatiche. E ora la crisi diplomatica si aggrava e aumenta la propria portata, sconfinando anche in Oceania. Nel Pacifico, adesso, a vivere un momento delicato a livello di rapporti intercontinentali sono Cina e Australia. Quest’ultimi hanno accusato il governo cinese di aver attaccato un proprio velivolo. Dall’altra parte non ci stanno e rispondono in maniera piccata: una vicenda che può dar vita a un altro piccolo focolaio di tensione. In un momento storico in cui i rapporti tra Pechino e i Paesi confinanti si fanno sempre più aspri.

L’Australia accusa la Cina
Nelle ultime 24 ore, gli scambi di battute tra i due Paesi si sono intensificati. All’origine di questo conflitto verbale ci sono le accuse di Canberra, che attacca Pechino tramite il ministro della Difesa Richard Marles. Quest’ultimo, infatti, ha parlato di un caccia militare cinese che si è avvicinato pericolosamente a un velivolo della Raaf, la Royal Australian Air Force, minacciando la sicurezza dell’equipaggio. Un incidente che risale al 26 maggio e che è stato comunicato ora. Marles ha definito «molto pericoloso» l’incidente, sottolineando le proprie preoccupazioni alle autorità cinesi.

La risposta della Cina: «Agite e parlate con prudenza»
Immediata la reazione del portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian. Quest’ultimo ha palesato il punto di vista di Pechino sulla vicenda: «La Cina ha detto che non avrebbe mai permesso ad alcun Paese di violare le sue sovranità e sicurezza col pretesto della libertà di navigazione esortando ancora una volta l’Australia a rispettare i suoi interessi di sicurezza nazionale, ad agire e a parlare con prudenza per evitare che si verifichi un errore di calcolo che si traduca in gravi conseguenze». Il botta e risposta rischia di aprire nuovi scenari di tensione, nonostante i rapporti commerciali che legano i due Paesi ormai da svariati decenni.