Aurora Ramazzotti, come ha abituato i suoi fan, si è raccontata in maniera aperta e diretta confidando il suo parto complicato e tutte le emozioni che hanno accompagnato questo momento della sua vita.
Aurora Ramazzotti racconta il parto
Il 30 marzo è infatti nato Cesare Augusto, avuto dal compagno Goffredo Cerza. In merito al parto, ha affermato che è stato complicato ma che lo ricorda comunque come uno dei momenti più incredibili della sua vita. In una serie di storie pubblicate sul suo profilo Instagram ha descritto anche le aspettative e le ansie legate all’arrivo del figlio: «In gravidanza ero molto stanca. Quasi ogni volta che qualcuno mi chiedeva come stessi e lo dicevo, la risposta era:”Ah, vedrai! Sarai ancora più stanca dopo”. È passato quasi un mese e sto ancora aspettando di sentirmi più stanca che in gravidanza come mi dicevano».

La figlia di Eros e Michelle ha così continuato: «A ridosso del parto mi chiedevano se avessi paura. Io non ne avevo molta, forse stupidamente, e fino all’ultimo ho voluto pensare che sarebbe andato tutto liscio. Che sarebbe stato bello. Rispondevo sempre di no, che volevo pensare positivo. E sentivo una quantità di storie catastrofiche non richieste da far venire il mal di testa a chiunque».
Tanti i commenti ricevuti che creavano aspettative e paure
Con un briciolo di ironia, ha poi voluto lanciare un messaggio sui consigli non richiesti che possono generare inutili ansie e che, anche dopo il parto, stanno continuando: «Ora, quando mi chiedono come sta il mio bimbo, rispondo: “Bene, è bravissimo!”. Nove volte su dieci la reazione è: “Ah vedrai, vedrai, all’inizio sono tutti bravi. È dopo il problema. Nessuno si tiene la propria esperienza negativa per sé. Come se ogni esperienza debba necessariamente essere la stessa. Come se ci fosse qualcosa di confortante nel sapere che qualcun altro possa vivere il tuo stesso disagio». Ma un insegnamento, la giovane mamma, lo ha tratto da tutti questi commenti, ovvero che bisogna avere rispetto della delicatezza di certe situazioni: «Non ci avevo mai pensato prima, finché non lo vivi non lo sai».