Di padre in foglia

Redazione
21/10/2021

Un gruppo di ricercatori ha scoperto che esisterebbe un collegamento tra il patrimonio genetico e l'inclinazione a battersi per la causa ambientale. Teoria che ne suggerirebbe anche una trasmissione ereditaria.

Di padre in foglia

L’attenzione consapevole per la salvaguardia dell’ambiente potrebbe essere frutto della genetica. A rivelarlo uno studio compilato da un team di ricercatori dell’università di Singapore e pubblicato sulla rivista BioScience. Attraverso una serie di sperimentazioni, infatti, gli scienziati hanno verificato che la ragione per cui determinate persone sembrerebbero essere più interessate a battersi per la tutela del Pianeta  rispetto ad altre risiederebbe nel loro genotipo. Ad avvalorare l’idea di un legame tra la predisposizione all’attivismo ambientale e il patrimonio genetico, un test mirato effettuato su un campione di gemelli. Prendendo come riferimento un gruppo di 1000 individui e facendo affidamento sulle informazioni attinte dal database di TwinsUK, l’equipe ha esaminato le risposte che omozigoti ed eterozigoti avevano dato a una lista di quesiti. Il risultato è stato sorprendente: interrogati su temi come la crisi climatica e il loro approccio a uno stile di vita sostenibile, gli studiosi hanno scoperto che, rispetto ai secondi, i primi condividono molte più opinioni simili in merito alla questione ambientale e a tutti gli argomenti collaterali. Prospettiva che, oltre a corroborare la tesi iniziale, suggerirebbe anche l’ipotesi di un’ereditarietà di questa naturale propensione alla causa ecologica e verde.

Il rispetto dell’ambiente non è solo questione di genetica

«Il nostro obiettivo era capire il perché le persone, quando si tratta di ambiente, risultino essere così diverse tra loro in termini di mentalità e comportamenti», ha spiegato al Guardian Chia-chen Chang, autrice dello studio, «All’inizio, non mi aspettavo affatto che questi tratti potessero essere ereditari ma, in effetti, anche altri lati del carattere come l’altruismo e lo spirito solidale e cooperativo lo sono. Questa è la ragione per cui i risultati ottenuti non ci hanno poi sorpreso più di tanto». Ma i geni non sono l’unico elemento a plasmare la mentalità dell’individuo in una certa maniera. Svolgono un ruolo importante sulla costruzione della coscienza ambientale dell’uomo anche la famiglia in cui cresce e matura le sue opinioni, le sue abitudini personali e il suo atteggiamento nei confronti delle istanze proposte da attivisti ed esperti in materia. «È un discorso molto più complesso di quel che sembra», ha sottolineato Chang, «La componente ereditaria ha sicuramente un ruolo chiave ma l’impatto delle nostre personali esperienze di vita non va assolutamente trascurato». Ecco perché il lavoro di Chang, che ha dato la priorità assoluta al fattore ereditario e non ha preso in considerazione questi parametri, non va interpretato come un dogma assoluto.

I problemi dello studio

Le scoperte, tuttavia, non hanno entusiasmato tutti allo stesso modo. Secondo il professor Felix Tropf, docente di genetica sociale al Center for Research in Economics and Statistics di Parigi, ci sarebbe ancora molto da fare e da studiare per verificare in modo indiscutibile il link proposto dai colleghi di Singapore. «Da esterno, non penso sia un contributo così utile al tema», ha dichiarato, «Sì, potrebbe spingere il mondo scientifico all’approfondimento ma, in primis, è bene realizzare che tutto quel che si desume è semplicemente che coppie di gemelli identici hanno visioni più simili rispetto a quelle non identiche. Nulla di così fuori dal normale». Ma non è tutto: per Tropf, infatti, non esisterebbe un carattere ereditario in grado di rendere qualcuno più incline a essere ambientalista rispetto a qualcun altro. E, in più, sarebbe stato consigliabile considerare, nella valutazione delle risposte, la minore o maggiore esposizione alla natura dei soggetti esaminati. Qualcosa che influenza sensibilmente il minore o maggiore attaccamento ai claim portati in piazza nei Friday For Future. «È corretto analizzare le prospettive individuali e quello che le influenza ma, alla fine, il cambiamento climatico rimane pur sempre un problema strutturale, sistemico e politico».