Nuovo attacco a Gerusalemme: due feriti gravi, padre e figlio, colpiti da alcuni spari mentre stavano facendo ingresso al sito archeologico della Città di Davide. L’assalitore, che come rendono note le autorità israeliano è stato neutralizzato, è un 13enne palestinese, anche lui ferito gravemente. Situazione sempre più tesa a Gerusalemme, dove 42 persone sono state intanto arrestate nel quartiere di a-Tur, in seguito all’attentato terroristico che ieri sera, davanti a una sinagoga, ha fatto otto vittime.

Arrestate 42 persone dopo la strage nei pressi della sinagoga
L’esercito e la polizia, dopo l’attentato in cui sono rimasti uccisi otto civili, hanno elevato lo stato di allerta in tutto il Paese, con ulteriori spiegamenti di forze in Cisgiordania e il presidio di luoghi pubblici in Israele. Sono così arrivati 42 arresti. Un minuto di silenzio, in memoria delle vittime dell’attentato terroristico, aprirà la protesta antigoverno di Benyamin Netanyahu, lungo via Kaplan a Tel Aviv. Lo hanno deciso gli organizzatori della manifestazione confermando per le 19 di stasera (ora locale), l’appuntamento che una settimana fa ha visto la partecipazione di 130 mila persone.

L’autore dell’attacco alla sinagoga viveva nel campo profughi di Shuafat
In pieno Shabbat un palestinese di 21 anni, identificato in Alkam Khairi, ha aperto il fuoco sui fedeli davanti alla sinagoga Ateret Avraham nel quartiere di Neve Yaacov, a prevalenza ebrea ortodossa, facendo otto vittime e una decina di feriti. Fuggito con l’auto usata per l’attentato verso il vicino quartiere arabo di Beit Hanina, il giovane è stato raggiunto dagli agenti ed è stato poi ucciso nel conflitto a fuoco. L’autore dell’attacco risiedeva nel campo profughi di Shuafat ed ha agito per vendicare le nove vittime del blitz antiterrorismo israeliano a Jenin. Hamas e la Jihad islamica hanno definito «operazione eroica» la strage compiuta da Khairi.
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