«Not guilty». Non colpevole. Questo il verdetto con cui una giuria del Wisconsin ha assolto il 18enne Kyle Rittenhouse, che il 25 agosto 2020 ha sparato a tre persone armato di un fucile d’assalto, uccidendone due, durante le proteste del Black Lives Matter a Kenosha. Il giovane, è stato stabilito, ha agito per legittima difesa.
Rittenhouse, cosa è successo a Kenosha
Kyle Rittenhouse, all’epoca 17enne, si era messo in viaggio da Antioch, in Illinois, a Kenosha, in Wisconsin, dove ad agosto 2020 erano scoppiate manifestazioni di protesta dopo il ferimento dell’afroamericano Jacob Blake da parte della polizia: circa 35 chilometri, armato di un fucile semiautomatico d’assalto Ar-15, per proteggere (così ha spiegato) alcune proprietà da atti di vandalismo. Durante le tensioni di piazza, Rittenhouse ha ucciso due persone, ferendone una terza.
Rittenhouse, le vittime e i capi d’imputazione
Rittenhouse era accusato di diversi capi di imputazione: omicidio colposo di primo grado per aver sparato a Joseph Rosenbaum, omicidio volontario di primo grado nei confronti di Anthony Huber, tentato omicidio preterintenzionale di primo grado e uso di un’arma pericolosa nei confronti di Gaige Grosskreutz, unica sopravvissuta. È stato assolto da queste accuse e anche da quella di possesso abusivo di arma da fuoco: secondo il giudice Bruce Schroeder, la legge impedisce ai minori di usare armi a canna corta e pistole, mentre Rittenhouse imbracciava un’arma a canna lunga.
Rittenhouse, le proteste del Black Liver Matter
Le proteste di Kenosha erano scoppiate dopo la diffusione del video dell’arresto del 29enne afroamericano Jacob Blake, colpito alla schiena da diversi colpi di pistola dalla polizia e rimasto paralizzato alle gambe dopo che i proiettili avevano raggiunto la spina dorsale e frantumato alcune vertebre. La follia di Rittenhouse si è verificata nella terza notte di proteste in città.
Rittenhouse, è stata legittima difesa
Rittenhouse, che rischiava l’ergastolo, ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, spaventato dall’idea che la folla del Black Lives Matter lo volesse aggredire. E la giuria gli ha creduto, assolvendolo da ogni capo di imputazione. Il verdetto era atteso da tre giorni, in una città blindata per il timore di nuove proteste.
Rittenhouse, le parole di Biden
«Se da una parte il verdetto a Kenosha lascerà molti americani arrabbiati e preoccupati, me incluso, dall’altro dobbiamo riconoscere che la giuria ha parlato. Il sistema giudiziario funziona e dobbiamo rispettarlo», ha detto il presidente Joe Biden, facendo un appello alla calma dopo il verdetto. «Ho promesso di unire l’America, perché credo che ciò che ci unisce è di gran lunga più grande di quello che ci divide. So che non guariremo le ferite del nostro Paese da un giorno all’altro ma resto saldo nel mio impegno a fare tutto quello che è in mio potere per garantire che ogni americano sia trattato equamente». Congratulazioni invece per Rittenhuse da parte di Donald Trump, di cui il giovane è un sostenitore, al punto da aver partecipato a un suo comizio in Iowa a inizio 2020: «Se questa non è autodifesa, non so cosa lo sia», ha dichiarato l’ex presidente a Fox News.