Assicurazioni: il futuro sono le polizze index based

Redazione
10/05/2022

Dal principio indennitario ci si spingerà verso strumenti di protezione e prevenzione, le cosiddette polizze “parametriche”, basate su indici predefiniti e riconosciuti dalle parti e fondate su una maggiore educazione alla gestione responsabile dei rischi assicurati anziché sul solo trasferimento dei costi sull’assicuratore (di Maurizio Hazan e Stefano Semolini*)

Assicurazioni: il futuro sono le polizze index based

L’affermarsi di innovazioni tecnologiche disruptive o il verificarsi di fenomeni catastrofici completamente inattesi – e la pandemia ne è una prova – hanno portato il mondo assicurativo a porsi molte domande su quali siano i nuovi bisogni di protezione e di sostegno che possano far nascere servizi innovativi per gli assicurati, che sappiano anche far leva sulle straordinarie potenzialità delle nuove tecnologie. Il tabù su cui ragionano i guru del mercato è che in futuro la “assicurazione danni” si debba allontanare gradualmente dagli schemi novecenteschi legati al principio indennitario (ovvero che il rimborso deve riparare il danno e non può, al contrario, rappresentare una fonte di guadagno), per spingersi verso strumenti di protezione e prevenzione, le cosiddette polizze “parametriche”, basate su indici predefiniti e riconosciuti dalle parti e fondate su una maggiore educazione alla gestione responsabile dei rischi assicurati anziché sul solo trasferimento dei costi sull’assicuratore. Meglio vivere in condizioni di miglior sicurezza ed evitare il sinistro, anziché subirlo per poi esserne indennizzati.

Le polizze index based hanno costi di gestione inferiori e minori rischi di contenzioso

Queste polizze, definite anche index based, hanno anzitutto costi di gestione inferiori e minori rischi di contenzioso, e presentano numerosi vantaggi sia per la clientela, interessata a fruire di indennizzi rapidi, snelli e soprattutto efficienti, perché non condizionati da formalità o appesantimenti istruttori, sia per la compagnie assicurative, interessate a commercializzare prodotti semplici ed efficaci e a strutturare coperture assicurative con costi di gestione radicalmente tagliati, proprio per effetto della assoluta compressione della fase liquidativa, resa notevolmente più agile per gli automatismi parametrici stabiliti in polizza. Insomma, le polizze “parametriche” destano da un lato grande interesse, dall’altro alcuni timori tra gli operatori, poiché potenzialmente in conflitto con il principio indennitario, considerato da molta parte della comunità giuridica, inviolabile. La principale differenza tra i due metodi riguarda l’accertamento, la determinazione e la liquidazione del sinistro. Il diritto alla prestazione assicurativa sorge a seguito di un sinistro che si dà per verificato laddove siano stati registrati determinati fenomeni oggettivamente misurabili, denominati parametri o indici, ed esattamente individuati nel contratto. L’onere di dimostrare se gli indici siano stati o meno integrati non incombe su nessuna delle parti, trattandosi di valori oggettivamente misurabili e perciò rimessi a un sistema di misurazione, denominato “Oracolo” e normalmente gestito da un soggetto terzo.

L’adozione del modello parametrico richiede l’ammodernamento della disciplina assicurativa

In conclusione, la graduale adozione dell’innovativo modello parametrico richiederà necessariamente un’opera di ammodernamento della disciplina assicurativa di base a nuovi schemi negoziali e giuridici. Di certo questo modello non vuole essere alternativo al sistema indennitario ma, al contrario, intende preservarlo, adottando a priori regole di indennizzo tese a presidiarlo, che daranno inevitabilmente vita a una serie di effetti virtuosi sul piano della riduzione degli oneri, dei problemi e dei costi di gestione della fase di liquidazione del danno, tali da rendere le assicurazioni più sostenibile e accessibili, con condizioni di premio più favorevoli. Vale la pena provare ad innovare questo mercato, mantenendo alta l’attenzione sugli aspetti giuridici, ma senza diffidenze e antiche preclusioni.

*di Maurizio Hazan, avvocato Studio Legale THMR e Stefano Semolini, Group General Counsel REVO SPA