Assegno unico, quanto vale per le famiglie: 1.500 euro a figlio per gli autonomi
A quanto ammonta l'assegno unico per le famiglie? Lo Stato, da marzo, ha speso circa due miliardi di euro per gli autonomi.
Da marzo viene erogato l’assegno unico figli 2022, ovvero un sussidio economico in favore delle famiglie con figli, dal 7° mese di gravidanza, fino al 21° anno di età. La misura è stata introdotta dal governo Draghi e pensata dall’esecutivo Conte. Ma a quanto ammonta l’importo che i nuclei familiari possono percepire? Ad oggi, per esempio, alcuni lavoratori autonomi hanno ricevuto fino a 1.500 euro a figlio.
Assegno unico, quanto vale per le famiglie?
L’assegno unico e universale figli ha un valore che varia da 175 euro a 50 euro al mese per ogni figlio minorenne. Dai 18 ai 21 anni il contributo varia da da 85 euro a 25 euro. L’importo spettante dipende dall’ISEE e all’età dei bambini, ad eccezione dei figli disabili per cui non vi sono limiti di età.
A partire da marzo, gli autonomi hanno ricevuto oltre 2 miliardi di euro. In particolare, hanno beneficiato della misura le famose partita Iva, ma anche coltivatori, commercianti, artigiani, collaboratori e professionisti parasubordinati. Si è trattato però di famiglie che non beneficiavano già di assegni familiari o detrazioni fiscali per figli a carico. Queste, da allora, hanno percepito un contributo medio per figlio di circa 1.500 euro. Come riporta il Corriere della Sera, l’importo mensile più alto è arrivato in Calabria (154 euro), mentre quelli più bassi si sono registrati nel Nord, la patria d’elezione degli autonomi. Ovvero, Friuli Venezia Giulia (117 euro), Piemonte (115 euro), Emilia-Romagna e Lombardia (113 euro, poi calato di un euro negli ultimi due mesi), Veneto (111 euro). Sul podio ci sono invece Campania (201 mila) e Lazio (208 mila).
A chi spetta il bonus?
L’assegno unico figli spetta a tutti i nuclei familiari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori. Questi possono essere non occupati, disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati. Non ci sono nemmeno limiti di reddito. In particolare, ne beneficiano le famiglie:
- per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, a decorrere dal 7° mese di gravidanza;
- per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni:
1) frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, oppure un corso di laurea, ovvero frequenti o sia iscritto a:
– licei, istituti tecnici, istituti professionali di durata quinquennale per il conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore;
– percorsi di Formazione Professionale Regionale (Centri di Formazione Professionale), a cui si accede dopo la scuola media e che normalmente ha una durata di 3 o 4 anni finalizzata a ottenere una Qualifica professionale ovvero, dopo il quarto anno, il Diploma professionale di tecnico;
– percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), sia pubblici che privati, a cui normalmente si accede se in possesso di diploma di scuola superiore, aventi durata annuale e con cui si consegue una specializzazione professionale di 4° livello EQF ;
– Istituti Tecnici Superiori (ITS), di durata biennale o triennale, cui normalmente si accede con il diploma di scuola secondaria, conseguendo al termine del percorso una qualifica di “Tecnico superiore” di 5º livello EQF;
– corso di laurea riconosciuto dall’ordinamento; 2) svolga un tirocinio oppure un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui; 3) sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; 4) svolga il servizio civile universale; - per ogni figlio con disabilità a carico per cui non sono previsti limiti di età.