Vado a lavorare all’estero. O forse no. Un’indagine sul costo della vita nel 2021 condotta dalla società di consulenza Mercer ha stilato la classifica delle città più care al mondo per i lavoratori stranieri. E la medaglia d’oro è davvero inaspettata. In testa c’è infatti Ashgabat, capitale del Turkmenistan.
Il rapporto annuale della società americana ha preso in considerazione 209 città di tutto il pianeta, analizzando il costo di spese fondamentali, come alloggio, cibo e trasporti. L’obiettivo dell’indagine è quello di fornire alle aziende delle indicazioni sul costo della vita per i loro dipendenti stranieri, affinché vi si possano di conseguenza rapportare gli stipendi.
Ashgabat, la città più cara del mondo
Al primo posto della graduatoria si piazza Ashgabat, la capitale del Turkmenistan, in Asia centrale, che ha superato un’altra città asiatica, Hong Kong, la capitale del Libano, Beirut, e la giapponese Tokio. La maggior parte delle città nella top 10 di Mercer sono metropoli commerciali in cui la crescita economica ha portato a un aumento del prezzo delle abitazioni e di altri costi della vita, ma la vittoria di Ashgabat è dovuta più ai problemi economici che alla prosperità.
Ashgabat, le due facce di una città che mira al progresso
«Il motivo risiede nell’alto tasso di inflazione», ha dichiarato all’agenzia di stampa francese AFP Jean-Philippe Sarra, membro di Mercer coinvolto nell’analisi. Il crollo globale dei prezzi del gas, che nel 2014 ha portato nel paese un ingente aumento del costo dei beni alimentari. Come sottolinea la Bbc, d’altronde, il Turkmenistan è alle prese con una crisi economica di lunga data che ha ridotto molti cittadini in povertà. Una situazione amplificata dalla pandemia in corso. «La carenza di cibo sovvenzionato è evidente. Le persone aspettano ore in fila per cercare di acquistare prodotti alimentari, per essere alla fine respinte a mani vuote», si legge in un rapporto di Human Rights Watch (HRW) stilato lo scorso settembre.
Il rapporto è tuttavia solo una faccia della medaglia, perché se da una parte molti cittadini faticano ad acquistare beni di prima necessità, dall’altra ad Ashgabat ci sono diversi quartieri sfarzosi, in cui svettano edifici di marmo, colmi di ogni lusso. Ed è proprio questa, come sottolinea ancora la Bbc, l’immagine che il governo autocratico del Paese intende offrire al mondo. L’obiettivo è convincere le altre nazioni che il Turkmenistan sia uno degli Stati più prosperi sul pianeta. Ciò contribuisce, però, ad aumentare i costi della vita, rendendo proibitiva la sopravvivenza per le persone meno abbienti e per i cittadini stranieri.
Hong Kong e Beirut completano un podio tutto asiatico
La classifica di Mercer vede al secondo posto Hong Kong, florido territorio autonomo situato nel sudest della Cina, mentre ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo è ancora una volta una sorpresa. Si tratta di Beirut, capitale del Libano, che negli ultimi dodici mesi ha scalato numerose posizioni, passando dal 45esimo posto del sondaggio scorso al terzo di oggi. Secondo Mercer, le ragioni vanno ricercate nel tumulto politico degli ultimi anni e nella «grave ed estesa» depressione economica. «La pandemia di Covid-19 e l’esplosione nel porto di Beirut (nel 2020, ndr.) hanno amplificato gli effetti della crisi, causando un’inflazione record», afferma la società.
Tra le prime dieci ci sono poi anche Tokio, le svizzere Zurigo, Ginevra e Berna, le cinesi Shangai e Pechino e Singapore. Fra le grandi megalopoli del mondo si segnala il 14esimo posto di New York, il diciottesimo di Londra e il 33esimo di Parigi. All’ultimo posto, etichettandosi dunque come il centro più economico per i lavoratori stranieri, si è piazzata Bishkek, capitale del Kirghizistan. E le italiane? Milano è la prima al 36esimo posto, 47esima, invece, Roma.